È nata in Inghilterra ma è arrivata fino in Italia la campagna di disobbedienza civile Don’t Pay, un movimento nato dal basso e che si impegna contro caro bollette invitando a protestare in un modo molto semplice: non pagando. Don’t pay  nasce da un gruppo di amici che un giorno hanno stampato 20 mila volantini e li hanno distribuiti a una dimostrazione sindacale il 18 giugno scorso. In pochi mesi hanno aderito quasi 200 mila persone.

Il caro bollette è un dramma che coinvolge l’intera Europa

La crisi energetica sta colpendo tutta Europa, e in Gran Bretagna è parecchio aspra, con le famiglie che sono costrette a pagare oltre quattromila euro all’anno per riscaldare e illuminare le proprie abitazioni: si tratta, in media, del 10 per cento del reddito annuale di un cittadino del Regno Unito. La guerra non accenna a risolversi e le conseguenze possono essere disastrose per tutta l’Europa.

La campagna Don’t Pay punta a raggiungere un milione di adesioni e arrivare così a gettare sulle compagnie energetiche un buco di incassi mensile di oltre 300 milioni di euro: questo le costringerebbe a scendere a patti e mettere fine alla politica di rincari ai danni dei cittadini. Don’t Pay invita i governi a stabilire un tetto massimo del prezzo dell’energia e del gas, ai livelli dell’aprile 2021. E a sospendere ogni sussidio alle industrie di combustibili fossili, che invece sono raddoppiati a livello mondiale nel 2021.

Nel frattempo, il movimento Don’t Pay è arrivato fino in Francia, Germania, Italia. Da noi, i social stanno vedendo la crescita della campagna Non paghiamo, che ha lo scopo di raggiungere un milione di adesioni entro il 30 novembre. Finora, sono 4.500. “Se verremo ignorati, il 30 novembre sospenderemo il pagamento di tutte le bollette”, si legge sul sito. “Sono 6 mesi che il governo si impegna nel sostenere la guerra e i finanziamenti agli armamenti piuttosto che adoperarsi per allestire tavoli diplomatici per provare a giungere ad una risoluzione nonviolenta del conflitto e per mantenere le forniture di gas dalla Russia”. In Italia, il Decreto bollette ha finito per fare gli interessi di Eni prima che dei consumatori.

“Senza un’inversione di rotta, si prospetta un inverno in cui ci troveremo a non riuscire a pagare le bollette del gas e della luce, a casa, negli ospedali, nei luoghi di lavoro, ma anche a scuola, negli impianti sportivi, ovunque”, continua l’appello di Non paghiamo. “In particolare, senza un intervento pubblico su scala europea attraverso prezzi amministrati in grado di contrastare la speculazione, l’appropriazione di extraprofitti, l’escalation della guerra, non è possibile invertire la rotta. Soprattutto, occorre un programma di emergenza per la transizione ecosocialista, in grado cioè, sia di ridurre definitivamente il costo delle bollette per tutti i ceti popolari, sia di favorire progressivamente l’allontanamento definitivo dalle fonti fossili a favore delle fonti rinnovabili e della riduzione complessiva ed efficace nel consumo di energia”.

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