(Agi) Quest’anno in Italia sono stati 185 gli episodi di intimidazioni e minacce nei confronti di 500 operatori dei media (giornalisti, blogger, video-operatori), di cui il 24% costituito da donne, colpite per il 10% da minacce di genere. Dal 2006 – primo anno di rilevamento – gli operatori dei media minacciati superano quota 7mila. Ad aggiornare il dato è Ossigeno per l’informazione che monitora costantemente un fenomeno “che non ha paragone in nessun altro Paese. Un grande problema irrisolto che meriterebbe molta più attenzione e adeguate soluzioni”.

Il dettaglio degli episodi censiti da gennaio indica che il 36% degli operatori ha subito forme di avvertimenti, soprattutto insulti, minacce verbali e attacchi sui social; il 34% è stato vittima di abusi di azioni legali, soprattutto querele temerarie; il 13% di aggressioni fisiche; l’11% di forme di ostacolato accesso all’informazione; il 5% di danneggiamenti all’attrezzatura di lavoro.

La maggior parte delle minacce è di origine sociale, privati cittadini soprattutto (37%): nel 29% dei casi sono esponenti pubblici a rivolgere minacce ai cronisti. In particolare, oltre la metà degli episodi di abuso di denunce e azioni legali proviene da amministratori locali o esponenti politici nazionali.

La matrice mafiosa o di altri ambienti criminali corrisponde al 13% dei casi. Seguono la provenienza sconosciuta nell’11% dei casi, come nel caso delle lettere intimidatorie, e le minacce dal mondo imprenditoriale al 7%. Infine, si attestano al 3% le minacce che derivano dal mondo editoriale e mediatico.

Rispetto alla distribuzione geografica, il Lazio è la regione con il più alto numero di minacciati (31% rispetto al totale), dato che conferma la tendenza degli ultimi anni. Seguono la Sicilia (16%) e la Campania (14%).

“Denunciate, denunciate”, ma poi nessuno interviene e ti becchi pure una denuncia per procurato allarme – AltoVicentinOnline

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