Centomila occupati in meno nel mese di dicembre con le lavoratrici e gli autonomi particolarmente colpiti dalla crisi. Lo conferma l’Istat. Una tendenza anticipata da Applavoro.it, la piattaforma che punta alla meritocrazia e mette in contatto domanda e offerta. «I dati registrati negli ultimi due mesi dello scorso anno sono davvero preoccupanti – spiega Marco Contemi, fondatore di Applavoro.it . Al contrario di quanto accaduto ad aprile, nel mese di novembre la situazione è letteralmente sprofondata, facendo registrare un pesante risultato negativo:- 61%. La seconda ondata di Covid sembra aver spento le speranze di trovare un impiego, soprattutto per la fascia più giovane (18-25 anni)».
La diminuzione dell’occupazione (-0,4% rispetto a novembre, pari a -101mila unità) fotografata dall’Istituto di statistica riguarda quasi esclusivamente le donne e tutte le classi di età con l’unica eccezione degli ultracinquantenni che mostrano una crescita. Nel complesso il tasso di occupazione scende al 58% (-0,2 punti percentuali rispetto a novembre) dal 58,9% di dicembre 2019. Il numero di persone in cerca di lavoro torna a crescere (+1,5%, pari a 34mila persone), quello degli inattivi cresce di 42mila unità toccando un tasso del 36,1%. Il tasso di disoccupazione sale al 9% (+0,2 punti), quello giovanile vola al 29,7% (+0,3 punti).
Secondo i dati raccolti da Applavoro.it, nel 2020 sono state più le donne a candidarsi (54,6%) rispetto agli uomini (45,4%). «Questo dato – sottolinea Contemi – è probabilmente frutto della maggior disoccupazione femminile in Italia, rispetto a quella maschile. Un divario aumentato anche a causa della pandemia. Solo il 31,3% delle donne ha un lavoro a tempo indeterminato, contro la media europea del 41,5%. Lo stipendio medio femminile resta uno dei più bassi d’Europa ed è di un quinto inferiore rispetto a quello degli uomini»..
Mentre l’età di chi cerca lavoro si è alzata. Sono soprattutto le persone dopo i 35 anni (23,98%) e fino a 54 (28,9%) a mettersi in gioco. I giovani tra i 18 e i 24 anni sono appena il 17,36%. «Questo dato – continua il fondatore di Applavoro.it – a mio avviso è il più preoccupante, se si considera che la fascia più giovane è stata una delle meno attive nella ricerca di lavoro nel 2020, ma al contempo è anche la fascia di età con più disoccupati in assoluto (35,5%). Sicuramente questo è dovuto sia al sostentamento delle famiglie, che in Italia tendono a tenere i propri figli in casa anche in età adulta, non spronandoli così a rendersi indipendenti, sia per le varie problematiche dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, ma anche alla perdita di speranze nella possibilità di trovare un impiego, magari in linea con i propri studi e ambizioni».
«Il nostro consiglio è di non fermarsi – conclude il fondatore di Applavoro.it -. Anzi, bisogna sfruttare questo particolare momento per migliorarsi, seguire corsi di formazione e di aggiornamento, realizzare una video presentazione professionale da inviare alle aziende, per focalizzarsi sul profondo mutamento del mercato del lavoro e, quindi, su quali saranno le competenze e i profili sempre più richiesti in futuro così da farsi trovare pronti per la ripartenza. Visto anche che tre profili su dieci sono difficili da reperire per le aziende».