Gli attivisti di Greenpeace protestano contro i Pfas in Regione. Protesta davanti Palazzo Balbi: “In Veneto emergenza fuori controllo, fermate gli scarichi”.

Conclusioni tratte nel rapporto di Greenpeace sull’inquinamento provocato dal versamento nell’ambiente delle sostanze perfluoroalchiliche (pfas)  e che mette a rischio la salute di oltre 350 mila veneti. Nello scorso febbraio l’associazione ha compiuto la raccolta di campioni di acqua nelle zone colpite dall’inquinamento facendoli analizzare: 38 le sostanze rilevate ed appartenenti al gruppo dei Pfas, con valori più elevati da quelli riscontrati nelle analisi condotte da Arpav.

Durante la protesta gli attivisti hanno lanciato una petizione nei confronti della Regione del Veneto, affinché vengano individuate e fermate tutte le fonti di inquinamento da Pfas che  sta causando il disastro ambientale nelle province di Vicenza, Verona e Padova.
Greenpeace chiede alle autorità regionali di bloccare  tutti gli scarichi di Pfas esistenti in Veneto, tra i quali la Miteni viene individuata come la maggiore responsabile, ritenendo pericolosi i livelli di sicurezza delle sostanze presenti nell’acqua potabile che la Regione ha messo in riferimento e che risultano comunque tra i più elevati al mondo, oltre 7,5 volte più alti dei livelli americani e di 5 volte quelli tedeschi.

“I rappresentanti della Sanità in Veneto hanno pubblicamente ammesso che siamo di fronte ad un disastro ambientale – spiega in una nota Ansa Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia – Non è possibile tutelare adeguatamente la salute e la sicurezza dei cittadini con i valori Pfas assunti in riferimento dalla Regione Veneto”.

Paola Viero

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