Stop alle pratiche sleali del commercio e ai troppo pochi soldi che rimangono nelle tasche degli agricoltori.
Coldiretti ha vinto la sua battaglia e da Roma arriva il decreto contro le speculazioni sul cibo.
“Per ogni euro di spesa alimentare sono 15 centesimi agli agricoltori”, era quello che dichiaravano i rappresentanti dell’associazione di categoria che tutela il mondo agricolo e che ha portato avanti una lotta per vedere garantiti i compensi di chi lavora con la produzione di prodotti ortofrutticoli.
“L’approvazione del decreto legislativo contro le pratiche sleali nel commercio alimentare rappresenta una svolta storica per combattere le speculazioni sul cibo, dal campo alla tavola, in una situazione in cui per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti, meno di 15 centesimi vanno a remunerare il prodotto agricolo”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, commenta l’approvazione in prima lettura da parte del Consiglio dei Ministri del Decreto legislativo di attuazione della direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 aprile 2019 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola ed alimentare, nonché dell’art. 7 della legge 22 aprile 2021, n. 53 in materia di commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari.
Il decreto legislativo, fortemente voluto da Coldiretti, reca disposizioni per la disciplina delle relazioni commerciali e per il contrasto delle pratiche commerciali sleali nelle relazioni tra acquirenti e fornitori di prodotti agricoli ed alimentari, definendo le pratiche commerciali vietate, in quanto contrarie ai principi di buona fede e correttezza ed imposte unilateralmente da un contraente alla sua controparte, razionalizzando e rafforzando il quadro giuridico vigente nella direzione della maggior tutela dei fornitori e degli operatori della filiera agricola e alimentare rispetto alle suddette pratiche.
“Si tratta – precisa la Coldiretti – di pratiche commerciali sleali da vietare, che vanno dai ritardi nei pagamenti ed annullamenti di ordini dell’ultimo minuto per prodotti alimentari deperibili, alle modifiche unilaterali o retroattive ai contratti, fino al rifiuto dei contratti scritti ed al divieto di pagare al di sotto dei prezzi di produzione”.
Il decreto rende più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evita che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali non venga scaricato sulle imprese di produzione, già costrette a subire l’aumento di costi dovuti alle difficili condizioni di mercato.
Ma ad essere colpito è anche il meccanismo delle aste al doppio ribasso, che provoca forti distorsioni e speculazioni, aggravando i pesanti squilibri di filiera della ripartizione del valore.
“Sarà il Ministero delle politiche agricole, con il suo Ispettorato centrale repressione frodi (ICQRF) a vigilare e sanzionare in caso di mancato rispetto delle norme”, ha concluso Coldiretti.