Ministri al lavoro per studiare la strategia per affrontare l’emergenza Covid. Quale sarà quella che adotterà il governo Draghi contro il coronavirus? Mentre esperti come Walter Ricciardi o Andrea Crisanti invocano il lockdown sottolineando che la politica ultimamente si è mossa in ritardo, sono soprattutto due le ipotesi su quale sarà l’azione del nuovo esecutivo alla luce della diffusione delle varianti.

Da un lato mini-zone rosse, dall’altro il modello tedesco. Il tutto alla luce di parametri che diventano sempre più ancorati al territorio e che ora terranno conto anche dell’impatto economico delle misure nei vari settori. I report saranno sotto la lente di una cabina di regia di ministri, che valuterà i nuovi provvedimenti confrontandosi con tutto l’Esecutivo, ma sarà anche l’unica deputata a raccogliere le indicazioni di tecnici e scienziati. Il Governo studia un upgrade della macchina organizzativa per la lotta al Covid, per tenere insieme governatori, anime della maggioranza e scienziati.

Il nuovo assetto si ipotizza soprattutto alla luce delle proteste delle Regioni dopo ‘l’incidente dello sci’, per l’ordinanza che ha vietato l’apertura dello strutture sciistiche a poche ore dalla programmata riattivazione degli impianti. Il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, si era fatto portavoce dei suoi colleghi, chiedendo più tempestività nell’annuncio dei provvedimenti a partire dall’assegnazione delle fasce gialle, arancioni o rosse.

LE ORDINANZE

La risposta è di anticipare la comunicazione dell’arrivo delle ordinanze (o altri provvedimenti) almeno quattro giorni prima, per dare il tempo – ai comparti coinvolti dalle chiusure – di organizzarsi. Nelle sue valutazioni, gli scienziati del Comitato dovranno inoltre comunicare soltanto con un gruppo di ministri tra cui quelli per la Salute e per le Autonomie, Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, e non è escluso che altri dicasteri di competenza economica siano coinvolti.

A fianco ai documenti con i parametri scientifici, sul tavolo spunteranno anche una serie di report di valutazione dell’impatto che le chiusure avranno sui vari comparti, dal turismo al commercio, per saggiare già da subito l’assegnazione di ristori o rimodulazione di misure. Sarà questo gruppo a fare una sintesi da cui dovrà emergere una linea unitaria da portare poi al resto del Governo.

Proposte che trovano d’accordo gran parte della maggioranza, i Comuni e le Regioni. Con queste ultime Gelmini ha avviato una serie di primi contatti. E i governatori sono compatti: chiedono di velocizzare il Piano vaccini e garanzie sui ristori. La ministra ha anche incontrato il leader della Lega per fare un punto assieme all’alleato sui rimborsi immediati da erogare alle famiglie e alle imprese danneggiate.

IL MODELLO TEDESCO

Nella strategia di lotta al coronavirus c’è anche l’ipotesi che Draghi si ispiri al modello tedesco, visti i buoni rapporti con Angela Merkel.  secondo alcune fonti, il premier potrebbe fare come la cancelliera imponendo le sue decisioni alle Regioni, scegliendo dunque la strada dell’estremo rigore. La Germania infatti è in lockdown da metà dicembre, anche se non si tratta della chiusura totale che ha conosciuto l’Italia la scorsa primavera. Nonostante sia più soft ha determinato un netto calo dei contagi, che adesso non raggiungono i 10mila al giorno. In cosa consiste il lockdown tedesco? I negozi sono chiusi, così come i bar e i ristoranti dove però è consentito l’asporto. Stop anche ai centri benessere, ai parrucchieri. Sul fronte degli spostamenti è possibile passeggiare, andare al lavoro, ma si può anche uscire per incontrare una persona che non fa parte della propria famiglia.

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