L’appuntamento più atteso delle notti di agosto si avvicina: lo spettacolo delle ‘stelle cadenti’ darà il suo massimo tra l’11 e il 13 agosto, quando le popolari ‘Lacrime di San Lorenzo’, meglio note come Perseidi, solcheranno i nostri cieli.

COME E QUANDO OSSERVARE LE PERSEIDI

Quest’anno non ci sarà alcuna significativa interferenza da parte della Luna, che lo scorso anno aveva invece cancellato lo spettacolo. La Luna, infatti, sarà nuova nella mattina del 16 agosto: perciò, in corrispondenza del massimo previsto per l’alba del 13 agosto ci sarà nel cielo solo una modesta falce, che sorgerà alla fine della notte. Condizioni migliori ci saranno solo nel 2026. Si può osservare a qualsiasi ora, ricordando però che nella seconda parte della notte si assiste ad un sensibile aumento dell’attività meteorica, poiché all’alba l’osservatore è sulla parte della Terra che avanza lungo la propria orbita verso le polveri cometarie, dunque è come se vedesse dal parabrezza, anziché dal lunotto posteriore del nostro pianeta.

Al massimo si possono osservare mediamente fino a 100 meteore per ora, a patto di osservare nella seconda parte della notte. Idealmente, le osservazioni vanno condotte da un luogo buio, dal momento che la luce artificiale abbatte drasticamente il numero di meteore visibili. Non sono necessari telescopi o altri dispositivi, poiché l’occhio nudo è senza dubbio ideale per cogliere il guizzo improvviso di tali scie luminose, grazie alla sua visione panoramica naturale.

LE STELLE CADENTI NELLA TRADIZIONE

La tradizione collega il fenomeno al martirio di San Lorenzo, che secondo la tradizione arse sulla graticola nel 258, la cui ricorrenza si celebra proprio il 10 agosto e da cui deriva il nome popolare dello sciame; tuttavia, esso è attivo per molti giorni (tra il 17 luglio e il 24 agosto, con un rapido “crollo” dopo il massimo) intorno al vero picco di visibilità, che al giorno d’oggi cade tra l’11 e il 13 agosto.

Il nome delle Perseidi deriva dalla posizione occupata nel cielo dal radiante, ossia il punto dal quale prospetticamente le meteore sembrano scaturire: in questo caso, esso si proietta in direzione della costellazione di Perseo, celebre protagonista del firmamento autunnale. Tuttavia, le meteore appaiono in tutto il cielo: ripercorrendo idealmente all’indietro le scie delle Perseidi, esse convergerebbero proprio nel radiante, la cui posizione è moderatamente variabile nel corso dei giorni.

L’ORIGINE DELLE ‘LACRIME DI SAN LORENZO’

Le chiamiamo ‘stelle cadenti’, ma non sono affatto stelle: sono ciò che resta di una cometa. Lo sciame delle Perseidi è originato dalla cometa Swift-Tuttle, scoperta nel 1862 e il cui ultimo passaggio risale al 1992. Fu l’astronomo Giovanni Virginio Schiaparelli a stabilire, nel XIX secolo, una connessione tra le meteore e la cometa indicata, meccanismo questo di interesse generale per gli sciami.

“Il fenomeno si verifica quando la Terra passa in prossimità dell’incrocio tra la sua orbita e quella della cometa in questione, ‘tuffandosi’ così nella nube di polveri seminata da quest’ultima lungo il proprio percorso attorno al Sole- commenta Gianluca Masi, astrofisico, responsabile scientifico del Virtual Telescope Project-. Questi grani di polvere, penetrando a gran velocità nell’atmosfera terrestre, bruciano per attrito, lasciando così nel cielo la caratteristica scia”, conclude l’astrofisico.

Le meteore sono osservabili ogni notte serena dell’anno, ma è possibile scorgerne in maggior numero proprio in corrispondenza di questi incontri “orbitali”, quando dunque vi è una maggior quantità di polvere pronta ad entrare nell’atmosfera. In tali casi si parla di sciami di meteore: quello di agosto è solo il più popolare, ma ve ne sono altri di notevole interesse nel corso dell’intero anno. Il numero di meteore effettivamente visibili conosce sensibili fluttuazioni. In primo luogo, le piogge più intense sono quelle prossime al ritorno della cometa, che rifornisce la propria traiettoria di polvere “fresca”. Inoltre, la presenza della Luna, specie se piena, può disturbare pesantemente le osservazioni, come è accaduto lo scorso anno.

IL VIRTUAL TELESCOPE

Il Virtual Telescope riprenderà la pioggia delle Perseidi grazie a suoi strumenti a largo campo disponibili presso la propria stazione osservativa a Manciano (GR)sotto il cielo della Maremma, uno dei più bui e stellati della Penisola, condividendone la visione, come sempre, con i curiosi di tutto il mondo, in diretta. Dal 2018, la condivisione delle Perseidi da parte del progetto Virtual Telescope è a sostegno del recupero dell’antica chiesa della Madonna della Neve (XVI Sec.), distrutta dai sismi del 1979 e del 2016, recupero promosso dalla Pro Loco di Castel Santa Maria (PG). Il commento durante la diretta sarà a cura dell’astrofisico Gianluca Masi, Responsabile del Virtual Telescope Project. La partecipazione è gratuita. È sufficiente accedere, il 13 agosto alle ore 03:30, al sito https://www.virtualtelescope.eu.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia