La tassa di soggiorno che entrerà in vigore a Schio da martedì 1 ottobre fa insorgere gli operatori economici. Questa volta sono le associazioni di categoria, con Confartigianato a fare da capofila, a dire ‘no’ ad un qualcosa che ritengono porterà ‘più danni che vantaggi’.

Nerio Dalla Vecchia, presidente mandamentale dell’associazione degli artigiani, ha incontrato oggi alcuni albergatori della città per tirare le somme sulla tanto discussa tassa di soggiorno. ‘Da mesi – ha spiegato – insieme con le associazioni di categoria, combattiamo contro questa tassa che prevede l’esborso di 1 euro per ogni pernottamento a Schio. Oggi all’incontro ho rappresentato anche Guido Xoccato, il presidente di Ascom, che con la sua associazione è al nostro fianco in questa lotta’.

 

Quell’euro in più per ogni notte proprio non va giù né alle associazioni né agli albergatori, che si sono schierati compatti con i loro rappresentanti contro una tassa che ritengono ingiusta e forse anche assurda. ‘Schio non è una città turistica – ha commentato Dalla Vecchia – e a pernottare in città sono soprattutto lavoratori o persone che vengono per motivi religiosi. Inoltre, nessuno dei comuni limitrofi la applica, per cui è ovvio pensare che i nostri alberghi soffriranno per la competitività degli esercizi dei comuni vicini’.

La tassa di Schio non riesce a convincere le categorie anche per la complessità con cui viene gestita. ‘Oltre a richiedere una gestione più specifica nell’uso delle carte di credito –ha spiegato Dalla Vecchia – la tassa riguarda anche pernottamenti in strutture diverse. Per cui, se una persona si sposta da un hotel all’altro cade in una trafila burocratica di cui non si sentiva davvero la necessità’.

‘Gli albergatori – ha detto Dalla Vecchia – hanno denunciato cancellazioni di prenotazione proprio a causa della tassa di soggiorno. In fin dei conti Schio è attaccata a Marano, a Valli del Pasubio e anche a Thiene e per uno che arriva in città ci vuole un attimo spostarsi in un comune vicino’.

Viene da pensare anche che le aziende che pagano i conti per i loro lavoratori in trasferta faticheranno ad accettare un conto più salato con la motivazione ‘tassa di soggiorno’ consapevoli che il loro funzionario non si trova ai Caraibi o sulla cima delle Dolomiti, ma in una cittadina del nord-est famoso per essere la culla dell’economia.

‘La tassa di soggiorno di Schio è un tributo ingiustificabile – ha concluso Dalla Vecchia – L’amministrazione comunale ci ha detto che userà il ricavato per lo sviluppo del settore turistico. Ma l’ha detto senza avere un progetto in mano e un piano ben disegnato’.

Anna Bianchini

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