Sta facendo la trottola per tutto l’Alto Vicentino, dove si sta facendo conoscere, ma è a Zugliano, dove finalmente,si sente parlare di femminicidio e di donne. Non con i soliti spot elettorali, ma in maniera convincente e concreta. Ad affrontare il tema, una donna che vuole battersi per i diritti delle donne. Emilia Laugelli, 52 anni, scledense, ci prova al Senato con il marchio Pd e dopo il successo delle primarie, inizia a crederci.

Laugelli, dirigente Ulss4, ha avuto in questi giorni, gli onori della cronaca nazionale per il telefono antisuicidio, al quale, nel giro di sei mesi, hanno telefonato ben 400 persone in grave difficoltà economica e in preda alla disperazione. Un progetto che porta la sua firma, sposato dal governatore Luca Zaia, che così ha voluto che la Regione fosse vicina a chi sta facendo le spese di una economia che sta mettendo in ginocchio anche i più forti. Lei però, non vuole parlare di questo, non ‘vuole’ che il suo lavoro entri nel suo percorso politico.

Di cosa preferisce parlare?

Di una cosa importante:sono l’unica dell’Alto Vicentino che potrebbe arrivare al Senato. Sto girando molti comuni per incontrare la gente.

Come pensa di convincerla a votarla?

La mia proposta é molto semplice. Questo territorio necessita di una rappresentanza istituzionale alta, così da dare voce ad una terra ricca di persone e capace di produrre tanto ancora. Io mi metto a disposizione come ‘strumento’, come cassa di risonanza per portare la voce degli abitanti dell’Alto Vicentino nelle sedi in cui possa essere ascoltata. Voglio essere uno strumento operativo ed efficiente.

Si rende conto del momento storico che stiamo attraversando ed è consapevole della sfiducia della popolazione italiana nei confronti di politici e politica?

Certo, proprio per questo la ‘mia politica’ è umanizzata, è quella che non ha solo slogan,ma che ha una faccia e una guadagnata operosità verso la gente. Quattordici anni di amministrazione ( è stata assessore al Sociale di Schio) mi hanno forgiata e mi hanno attrezzata per dare risposte. Io sono una delle 4 donne che potrebbero arrivare alla Camera e al Senato.
Il Pd ha messo in posizione eleggibile il 40% di donne. Un record assoluto che dal fanalino di coda ci mette in linea con i paesi del Nord Europa.

Quali sono i ‘cavalli di battaglia’ di una campagna elettorale in cui si sente parlare solo di Imu, come se fosse solo quello il problema degli italiani?

I temi del lavoro, del sostegno alle aziende, dell’aiuto alle famiglie, i diritti civili sono campi di battaglia assoluti. Propongo da subito di costituire un tavolo di lavoro, permanente ed informale, che possa mettere insieme le più belle teste del vicentino.
Che da questo tavolo possano essere messi in discussione i temi importanti e da qui, dopo confronti e discussioni arrivino in sede parlamentare per essere discussi nelle commissioni.

Che Italia vorrebbe?

L’Italia che vorrei dovrebbe essere la culla del benessere per tutti. Non ho mai vissuto di politica, ma l’ho sempre sentita come il mezzo per offrire un contributo al miglioramento della società avendo come riferimento un faro: quello del bene comune e della salvaguardia dei più deboli. Questo ha significato difendere scelte che ritenevo profondamente giuste, anche quando si scontravano con la convenienza personale. E’ quello che fanno molte donne ogni giorno nei loro ambiti, ed è quello che deve fare la politica più che mai oggi che è percepita come strumento di potere fine a se stesso. E’ tempo di fare ciò che è giusto e non convincersi che è giusto ciò che, semplicemente, conviene. Sono le persone che possono cambiare la politica e le persone sono la loro storia. Sono i cittadini che possono dare loro la forza necessaria per operare il cambiamento di cui l’Italia mai come oggi ha bisogno.
Io credo nel rilancio della comunità. Solo così potremo sperare di far crescere questa terra.

N.B.

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