Una guerra di pochi contro i gestori dei bar del centro di Thiene, con il rischio di tornare in stile ‘lockdown’, aggiungendo magari la frase ‘si stava meglio quando si stava peggio’. Scendono in campo i titolari dei bar del centro in difesa dell’enoteca Papillon, locale gestito da Andrea Pettinà al quale è costata in questi giorni la  multa di 2000 euro con la rimozione del plateatico, arrivata per colpa dello sforamento di 1 decibel rispetto al valore limite differenziale notturno fissato in 3 decibel, vicenda ricostruita in questo articolo https://www.altovicentinonline.it/attualita-2/thiene-via-plateatico-al-papillon-un-precedente-che-mette-a-rischio-tutti-i-baristi/

Nuovi scenari si aprono ascoltando le lamentele dei proprietari di queste attività che, in un’estate sbocciata tardi, cercano di ravvivare la città con musica, cocktail e buon cibo. A tendere la mano a Pettinà sono prima di tutti Alessandro Cavalli e Stefano Perin, titolari del “Botanico 87″ che raccontano le loro disavventure tra denunce e la voglia di far riemergere Thiene: “Sicuramente quanto successo al Papillon apre un precedente, abbiamo paura che ci creino problemi. – spiega Cavalli – Da parte nostra possiamo assicurare che tra gestori ci auto controlliamo, se c’è qualcuno che combina casini lo buttiamo fuori e chiamiamo i carabinieri, ma possiamo affermare che da noi non gira brutta gente, semplice clientela che si vuole rilassare e passare qualche ora in allegria tra amici. Abbiamo la cassa per la musica che ad una certa ora entriamo nel locale, durante la settimana chiudiamo a mezzanotte e ancora questo non va bene”. Sì perché anche loro hanno ricevuto minacce di far chiudere il locale da chi sta loro vicino e non accetta la loro presenza, rendendo le giornate lavorative un vero tormento: “Siamo in causa con un signore  che abita qui:  ben 4 denunce e nessun modo di trovare un compromesso anzi, vuole farci chiudere ha detto, non tanto per la musica perché abita in alto e verso l’esterno, quindi la musica non la sente. A lui dà fastidio che ci sia un locale sotto casa sua. Ha fatto un esposto perfino contro le campane della chiesa. Viviamo con l’ansia costantemente, abbiamo proposto un incontro dove abbiamo invitato anche il sindaco Giampi Michelusi, che cerca sempre di trovare un accordo comune, ma questo signore non si è presentato. Credo che la politica amministrazione si dovrebbe imporre di più sulla comunità, come succede in altre città”,  aggiunge Perin. Un locale, il Botanico87, aperto da poco meno di due anni ma che, come gli altri della città, contribuisce positivamente allo sviluppo economico e sociale. Al suo posto molti anni a dietro, era la sede di un altro famoso bar, il Manes, che attirava molti clienti ed era, a detta di chi lo ricorda, molto più ‘rumoroso’. I due soci mettono in evidenza come gli altri locali di altri centri città, non chiudano alle 11, mentre a Thiene ci sia l’obbligo quasi scontato di farlo. Spesso sono giovani a lamentarsi dei locali, ragazzi in affitto che hanno scelto di vivere in un luogo che potrebbe disturbare la loro quiete. “Se vuoi pace e serenità vai a vivere in collina, non in centro. – aggiunge Cavalli – Vorremmo che una città come Thiene, che in questi anni è sempre stata morta,tornasse in vita. La gente ne ha bisogno. Fortunatamente sono in pochi a lamentarsi, ma fanno rumore. Lo stesso che è in causa con noi prima ha fatto causa a Buzzolan, poi abbiamo aperto noi due anni fa e se l’è presa con noi perché più vicini a casa sua. Stessa sorte per il Tresor che attualmente è in fare di rinnovo, andati in causa con chi abitava sopra il locale, concluso con la vittoria del bar.”

Il cliente che abita sopra: “Lasciateli lavorare”

Tra la clientela dice la sua anche Igor Simonato, che abita anche lui sopra al Botanico87 e che ha una visione della cosa completamente differente rispetto al suo vicino di casa: “Thiene è uno dei paesi più tranquilli che abbia mai visto. Questi ragazzi devono lavorare e noi dobbiamo avere la possibilità di restare a Thiene e svagarci un po’. E’ estate, dopo il lavoro abbiamo il diritto di staccare la spina e fare due chiacchere tra amici. Non ci si può lamentare per nulla, sono bravi ragazzi. Spero la smettano di dare fastidio ai locali, abbiamo bisogno anche di loro in città”.

Tony Conte: “Siamo preoccupati per il futuro di Thiene”

Ad appoggiare le parole dei baristi di Botanico87, si unisce anche Tony Conte, imprenditore che gestisce l’Osteria dal Conte; anche la sua dichiarazione è in linea con i precedenti colleghi. Si vorrebbe avere una Thiene più dinamica, più attiva pestando i piedi a chi con impegno e sudore ci prova: “Preoccupante sicuramente il loro modus operandi, hanno capito il metodo e abbiamo fatto una riunione con il sindaco poco tempo fa insieme all’ingegnere del suono che ci ha illustrato il tutto. Speriamo non capitino altri episodi, perchè Thiene è già in fase di decomposizione. Siamo due ristoranti e lavoriamo perché storici e per inerzia. Proprio per questi casini ho fatto la scelta forzata di curare più il ristorante rispetto al bar, abbiamo sacrificato molto il ‘dopo cena’, non abbiamo più il via vai che c’era prima che però creava dinamicità anche agli occhi di chi passava per Thiene, che faceva venir voglia di fermarsi perché “c’è gente, nemo!”. Finché ci saranno queste storie qui, la gente sarà sempre meno. E non è in questo caso colpa del sindaco, l’Arpav è una cosa a sé, e lui è molto dispiaciuto di questa situazione. Si parlava di prendere agenti della security da far girare per i locali, per fermare sul nascere chi schiamazza e dimostrare che non è colpa nostra. Ma non siamo a Milano, e siamo molto preoccupati per il futuro di Thiene.”

Ascom: “Non vogliamo parlare con i giornalisti” .(Perchè dà fastidio al sindaco?)

La paura è tanta da non permettere ad alcuni gestori di sfogarsi, di dire la propria opinione per non alzare ancora di più il polverone che però, purtroppo, come si può verificare dai fatti, chi vuole riesce comunque a fare. Perchè non si può zittire chi lavora perchè al sindaco dà fastidio. Quello che dichiara Basilio Tommasini, titolare del Caffè Carducci e Presidente categoria Pubblici Esercizi di Ascom, ne è la dimostrazione : “Non mi sembra il caso di parlare più di tanto, da quello che so io non c’è la gravità del fatto. Se facciamo troppi tam tam potrebbero peggiorare le cose, quindi più di tanto preferisco non parlarne. Basta una telefonata per non farci più lavorare. L’amministrazione comunale è con noi e ci dà una mano e questo mi rincuora.”

Se volete fare i Ponzio Pilato della situazione, non accettate certi incarichi di rappresentanza, che richiedono il coraggio delle idee:  fate più bella figura.

 

Laura San Brunone

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