Sapete che amiamo raccontarvi le storie belle e le cerchiamo proprio per proporvele ogni giorno. Ma questa è una storia che non possiamo non denunciare.
Accade nella bellissima Thiene, esattamente davanti , solo davanti, — al Corradini, il liceo che è sul podio per qualità d’insegnamento a livello nazionale. Un liceo che non è solo un fiore all’occhiello per gli studi e le proposte agli studenti, ma da qualche anno anche per l’inclusione.
Genitori di ragazzi disabili scelgono il liceo Corradini perché lo ritengono un luogo protetto e all’altezza, in termini di sostegno, per affrontare problematiche di diverso tipo: dall’autismo alle varie neurodivergenze. Questo anche grazie alla sensibilità di un corpo docente che crede che l’esperienza di un adolescente da formare passi anche dal vivere a contatto con chi è nato sotto la “stella della diversità”.
Quello che racconta però la mamma di una ragazzina disabile che ieri ha fatto ingresso al liceo fa orrore. E ci piacerebbe conoscere l’identità dei genitori delle compagne che, alla vista della bambina, che conoscevano già dalle medie, si sono girate dall’altra parte ed hanno esclamato: “Oddio, no”. Per fortuna, la neo-studentessa del liceo thienese non si è accorta di nulla, ma la madre ha scritto una lettera al Giornale di Vicenza, alla quale noi vogliamo dare risalto.
Perché la disabilità è un tema che ci tocca da vicino. Perché non ne possiamo più di bulletti che, anche solo con parole sbagliate, “uccidono”. Perché solo denunciando con voce adeguata si possono svegliare le coscienze di genitori che magari si vantano di essere madri e padri esemplari, perché portano in vacanza la prole. E e poi non sanno educarla nel semplice approccio alla disabilità. Approccio che non deve essere compassionevole, ma di rispetto normale. Qui, in realtà, non c’è nemmeno di mezzo “la disabilità”, perché la ragazza in questione poteva essere anche normodotata: quell’atteggiamento sarebbe stato orribile lo stesso, perché sa di bullismo. Ma c’è anche , e soprattutto, il dolore di una madre che è stata brava a denunciare, perché certi episodi fanno male all’anima, distruggono e avviliscono.
Per i genitori di ragazzi con disabilità è fortissima l’ansia che si prova nel sapere che tuo figlio trascorre metà della sua giornata in un luogo contaminato dalla mancanza di empatia verso le persone fragili. Un’ansia che accompagna madri e padri per tutta la vita genitoriale, come se le difficoltà della disabilità che piomba in famiglia non bastassero già.
Era il primo giorno di scuola. Ed è giusto sottolineare che il Corradini non c’entra nulla. Si tratta di un luogo sano, che ha sempre fatto dell’inclusione il proprio orgoglio, la propria bandiera, più di molti altri istituti. Lo possono testimoniare molti genitori di ragazzi disabili che ancora oggi, con i figli adulti, continuano a ringraziare questo istituto, che addirittura dedica giornate intere e progetti concreti alla disabilità e all’inclusione vera.
Quindi il Corradini non solo non c’entra, ma sarà con ogni probabilità il luogo ideale in cui anche queste ragazzine potranno crescere, migliorare, imparare il rispetto del prossimo e sviluppare attenzione amorevole verso i più fragili.
Conoscendo la preside Marina Maino e l’intero corpo docente, si sta già provvedendo a lavorare con le ex compagne di classe della ragazzina, affinché atteggiamenti di emarginazione e di povertà educativa non si verifichino mai più.
Natalia Bandiera (foto generica di bullismo)
Il discorso del sindaco Giampi Michelusi agli alunni che inizieranno l’anno scolastico con il pensiero ai ragazzi diversamente abili per una vera inclusione
