Un viaggio di quasi tre mesi per spingersi oltre i suoi limiti, per assaporare la vera vita lontano dalle comodità, a contatto con la natura, a bordo della sua moto. Questa l’impresa realizzata da Leonardo Alfrediani, 28 anni, thienese partito il 5 giugno e rientrato il 27 agosto, il quale ha affrontato un viaggio che aveva come meta finale quella di Capo Nord, il punto più a nord della Norvegia dove ha fissato la bandiera dei Centauri Anonimi, simbolo di appartenenza ad un gruppo coeso, pronto ad aiutare e sostenere chi ne ha bisogno. Un gruppo che lo ha supportato in questa sua esperienza molto forte, il suo primo grande viaggio in modalità wild, da solo con se stesso, con i suoi pensieri, con le sue capacità e la sua forza di volontà. Sì, perché come lui stesso ammette “questo viaggio lo può fare chiunque, ma volerlo è un’altra cosa soprattutto in solitaria,  si acquisisce esperienza e fiducia in te stessi, si sente di poter fare di tutto”. Molto coraggio, ma anche tanta determinazione oltre a preparazione e conoscenza del percorso e delle sue insidie:

“Ho fatto questa esperienza perché sapevo delle diverse difficoltà che avrei incontrato e voelvo superarle uscendo dalla mia comfort zone. Partito con la pioggia, ho trovato a metà strada il sole per poi trovare altra tantissima pioggia e vento verso la Scozia. Molte sfide dure da affrontare e tante belle persone incontrate durante il viaggio. Ho dormito principalmente in tenda all’aperto in bivacco, piantando al tramonto e smontando all’alba. Cercavo giorno per giorno di capire e ottimizzare la migliore routine per la mia alimentazione, mangiando cose che avevo portato come i liofilizzati,oppure panini presi in qualche supermercato, a volte qualche fast food dove mi serviva la connessione internet. Per l’igiene personale, se ce n’era la possibilità mi fermavo in per fare una doccia oppure arrangiavo con salviette igienizzanti.”

Nonostante la voglia di proseguire il cammino per raggiungere la meta che si era prefissato, spesso Leonardo ha avuto momenti di scoraggiamento dovuti alle tante situazioni difficili da affrontare da solo “tante volte ho pensato ‘chi me l’ha fatto fare’, ma avevo davvero voglia di andare avanti e mi dicevo ‘una volta che sei bagnato, sei bagnato’. In passato ho avuto due piccole esperienze, una di un percorso di 1700 km in Germania e una di 1200 km in Croazia. Piccole mete a confronto, ma pur sempre un inizio. Questi tre mesi sono frutto del mio desiderio di voler viaggiare, volevo vedere il mondo e riuscirci con le mie forze, senza le comodità di tutti i giorni. Mi sono mancati gli affetti, nonostante sia una persona piuttosto solitaria, è stato comunque difficile restare da solo. Con il tempo ho imparato a capire cosa significa essere lontani dal contatto umano, dalla facilità con cui è possibile sentire e vedere chi si vuole. Essere da solo in mezzo al nulla mi ha fatto comprendere il valore di un abbraccio a fine giornata, cose che diamo per scontate. Tornato a casa ho riabbracciato mia madre, mia zia, Paolo il compagno di mia madre, parenti e persone che mi hanno sostenuto durante il mio percorso. Quando sei da solo per così tanto tempo cerchi un contatto, e avere ogni tanto a disposizione la chat dove poter condividere una foto o qualche parola è stato di grande supporto”. Ora Leonardo pensa al futuro e alle nuove avventure che vuole affrontare: “Mi sono piaciute molto le Isole Lofoten in Norvegia, un posto magico, freddo ma dove potrei vivere, che mi ha fatto accettare la presenza del mare, che a me non piace, grazie alla presenza delle montagne vicine. In futuro vorrei andare in Cappadocia o in Nepal sulle catene montuose. Il mio sogno sarebbe quello di fare Italia-Giappone passando per Turchia, Kazakistan, vedere come vivono le vere popolazioni povere come in Mongolia”.

Orgogliosi i compagni del gruppo Centauri Anonimi che il 27 agosto, giorno del rientro a casa del loro tesserato, lo hanno accolto con una grande festa, dichiarando: “Ringraziamo Leonardo per aver portato la nostra bandiera, per aver sempre creduto nei nostri ideali e siamo contenti di avergli tenuto compagnia realizzando anche dei piccoli video per documentare la sua impresa. Grazie per quello che ci hai insegnato tramite questo tuo viaggio”.

Ad aspettarlo a casa la mamma Larissa che gli è sempre stata accanto anche se a distanza, spronandolo e assicurandosi che suo figlio sapesse a cosa andava incontro: “E’ stato bravissimo, all’inizio mi ha tranquillizzata sulla possibile presenza di orsi e lupi, dicendomi che si trovavano a est e che in alcune zone si erano estinti, quindi mi sono resa conto che era ben documentato. Mi ha mandato un video lungo due ore che ho guardato tutto e sul quale gli ho fatto alcune domande per metterlo alla prova, ma ad essere sincera ha fatto sì che partisse lasciandomi serena e comunque ogni tanto si faceva sentire. E’ stata un’esperienza meravigliosa, è come se avessi viaggiato con lui e lo ringrazierò sempre per avermi resa partecipe di questa esperienza che mi fa essere orgogliosa di lui”.

 

Laura San Brunone

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