Lo stesso locale aveva avuto gli onori della cronaca nera per la martellata alla testa data dal gestore ad un fornitore per futili motivi: a ritornare nei giorni scorsi, sono stati i finanzieri, che hanno riscontrato al  ristorante “All you can eat” di  Zanè,  lavoro “nero”  e perfino un immigrato clandestino intento a lavorare.

Nel corso dei controlli hanno trovato cinque dipendenti, su un totale di dodici presenti all’atto del controllo, impiegati senza la comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro.

I lavoratori erano impiegati in qualità di camerieri, cuochi o lavapiatti: di questi tre risultavano essere sprovvisti di  documentazione ai fini della normativa giuslavoristica, mentre per duepersone  non era stata effettuata la proroga del contratto di lavoro preesistente. Pertanto, nei confronti dell’esercizio commerciale è stato disposto, attesa la presenza di lavoratori in nero in misura superiore al 10% della totalità di quelli presenti, il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale e l’irrogazione delle previste sanzioni amministrative quantificabili in circa 15 mila euro. Nel corso del controllo è emerso, inoltre, l’impiego di un lavoratore straniero senza permesso di soggiorno. Sul suo capo pendeva addirittura un decreto di espulsione del prefetto di Biella nonché di un ordine di allontanamento da parte del questore di Torino. Sono stati denunciati sia il titolare dell’attività per impiego di manodopera clandestina  che il lavoratore  per inosservanza dell’ordine di allontanamento emesso dal questore.

E non è solo un problema di stranieri, nei mesi scorsi, a Thiene e in diversi locali dell’Altovicentino sono state riscontrate irregolarità in diversi locali gestiti da italiani. Simbolo che il problema del lavoro irregolare è una piaga di tutti i territori. E la Guardia di Finanza sta passando al setaccio tutto il Veneto. E’ di 3 giorni fa la notizia che a Venezia, nell’ambito dell’azione a contrasto dello sfruttamento della manodopera “in nero” ha scoperto più di 180 lavoratori irregolari e verbalizzato  80 ditte. In generale, i lavoratori in nero/irregolari individuati erano per poco più della metà italiani e comunitari mentre per la restante parte di provenienza extracomunitaria, con una netta prevalenza numerica di bengalesi. Le attività economiche più interessate sono state quelle del comparto ristorazione e somministrazione alimenti, settore alloggiativo, commercianti al minuto e operatori nel settore turistico.

F.C.

 

Thiene. Blitz nel pub-pizzeria: scoperti 6 lavoratori in nero – AltoVicentinOnline

 

 

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