Un calendario ricco di appuntamenti per celebrare i 100 anni dallo scoppio della prima Guerra Mondiale. “Una serie di appuntamenti per ricordare e non per festeggiare la ricorrenza della Grande Guerra – ha sottolineato Valter Orsi, Sindaco di Schio – perché in una guerra non c’è niente da festeggiare”.

Il Centenario della Grande Guerra è un’occasione importante per rielaborare uno dei passaggi storici che più ha segnato la memoria, la cultura e il paesaggio dell’Alto Vicentino, dell’Italia e dell’Europa. È con questo approccio che il Comune di Schio ha costruito un programma di iniziative culturali  che tocca moltissimi aspetti della vita e soprattutto coinvolge diverse realtà del territorio significative per numero e competenze.

A partire dal tema culturale 2015 “Conflitto: il sottile filo dell’equilibrio instabile” nel quale rientrano 20 proposte complessive, alcune dedicate appunto ai fatti di Guerra, si snoderanno via via nei prossimi anni numerose riflessioni, incontri, conferenze, concerti, laboratori didattici. Il tutto in una prospettiva di integrazione delle stesse iniziative, dei soggetti che ne saranno interpreti, dei territori che attraverseranno e che non si limiteranno, il sindaco Valter Orsi l’ha sottolineato più volte, ai soli confini comunali.

“Un anno fa – ha spiegato Orsi – abbiamo dato il via a questo grande corpus di eventi, con una cerimonia  semplice, ma di grande impatto simbolico. Era stata una cerimonia civile  in chiave europeistica e pacifista  al Sacello Ossario della SS. Trinità, in omaggio ai numerosi Caduti della prima guerra mondiale. In quell’occasione avevamo ospitato  l’arciduca Markus Salvator d’Absburgo-Lorena, nipote diretto di Sissi e Francesco Giuseppe, l’imperatore d’Austria che a Bad Ischl ha firmato l’ingresso in guerra. Cito quel momento per riaffermare che la città di Schio è aperta a 360 gradi nel ricordo di quegli anni terribili. Di ricordo infatti si tratta e non di festeggiamenti. L’unica data da festeggiare – ha continuato – è quella che rievoca la fine della guerra. E voi che oggi riempite questa sala testimoniate della volontà di mettere insieme tanti contributi per restituire ancora una volta conoscenza, cultura e  consapevolezza alla nostra città”.

Il primo cittadino ha poi ringraziato la famiglia Gori che per tramite del consigliere Alessandro ha consentito la donazione della collezione Cibin al Comune di Schio che ne darà degna esposizione presso Palazzo Fogazzaro, da giugno a ottobre.

L’assessore alla Cultura Roberto Polga ha ringraziato tutte le associazioni e i soggetti coinvolti nella programmazione che si estenderà fino al 2018, ma con l’intenzione di creare comunque situazioni stabili fruibili nel tempo, capaci di andare oltre l’evento puntuale. “È compito di un’amministrazione vedere oltre il momento – ha sottolineato Polga –accompagneremo la memoria degli eventi: l’entrata in guerra dell’Italia nel 2015, la Straxpedition nel 2016, il sacro monte Pasubio nel 2017 e gli eventi nelle retrovie nel 2018, la nostra intenzione è di costruire un impianto turistico-culturale che sia occasione anche per un indotto economico di grande valore e qualità”. IMG_0545 (1)

A questo proposito, l’assessore allo Sviluppo Economico e Ambiente, Anna Donà ha illustrato un grande e ambizioso progetto che a breve vedrà la luce, con l’intervento della Regione del Veneto per l’80% del finanziamento e il coinvolgimento di ben 36 comuni: la realizzazione dell’Alta Via della Grande Guerra, mettendo insieme sentieri già esistenti e caratterizzandoli dal punto di vista storico. “Si tratta prima di tutto di un grande lavoro di coordinamento – ha detto Anna Donà – che vede come capofila l’Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni e il coordinamento di Manuel Grotto, dipendente del Comune di Schio ma soprattutto appassionato di questi temi e di montagna, oltre che referente regionale per il Centenario. Da lì abbiamo proseguito per superare i campanilismi e dare forma a un’idea che copre un territorio molto ampio, praticamente il fronte di guerra che tocca i 4 ossari della zona: da quello del Pasubio passando per il Monte Cimone, l’ossario di Asiago e quello del MonteGrappa”.

“Questa iniziativa ha un grande valore in sé ma ne ha anche uno di simbolico – ha commentato Valter Orsi – perché l’aver riunito 36 comuni per un comune intento può rappresentare un punto di svolta e di partenza per future altre iniziative condivise. Questo è un vero progetto politico di un’intera area che finalmente sembra voler farsi riconoscere e trovare una propria identità estesa. Da qui – ha concluso – potranno nascere aggregazioni, connessioni e collaborazioni in grado di rilanciare un intero territorio, che tra l’altro, al recente Bassano expo ha raccolto, nelle sue molteplici valenze, non poche attenzioni e interesse”.

A.B.

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