Un’indagine alla ‘vecchia maniera’ e senza ‘soffiate’. Un blitz in piena regola, organizzato di tutto punto dietro la regia del Comandante Giovanni scarpellini, che ha messo a segno un colpaccio, assicurando alla giustizia un personaggio emergente sul mercato illegale dello spaccio di stupefacenti. In manette è finito Bakary Jammeh, 30 anni, natio del Gambia e senza fissa dimora. Sarebbe lui, il boss del clan che a Schio, gestisce lo spaccio di droghe nella zona del ‘Castello’.

I consumatori gli avevano persino affibbiato un soprannome, che la dice tutta sul ruolo che aveva Jammeh. ‘Castel Boy’, l’uomo del Castello, colui che si era guadagnato la gestione in quel quartiere, dove ieri, a rovinare la ‘festa’, sono piombati agenti della Polizia Locale, con il supporto della Polizia di Stato. Il boss poteva pure contare su un nutrito numero di vedette, addette alla sorveglianza del quartiere.

E’ stato eseguito un blitz in pieno stile poliziesco, con il fuggi fuggi di venditori di droga e clienti anche giovanissimi, che scappavano per non finire nella rete degli investigatori, che hanno sigillato subito i polsi del 30enne ora rinchiuso in carcere a Vicenza. Addosso, gli sono stati ritrovati diversi grammi DSC_3088di stupefacente vario oltre alla somma di 380 euro, in banconote di piccolo taglio e ritenute provento dell’attività di spaccio, che era molto redditizia. A confermarlo, le riprese video eseguite dagli agenti del Consorzio Alto Vicentino che erano al lavoro da diverse settimane. Investigatori che erano piazzati nella Torre Campanaria che sovrasta “il Castello” e all’interno della Chiesa. Lo facevano da giorni e stavano lì per ore per raccogliere le prove di quanto accadeva nella zona e che aveva destato un certo allarme sociale.

L’input alle indagini

Alcuni cittadini della zona del Castello avevano segnalato al sindaco quelle presenze di extracomunitari, notte e giorno, che bivaccavano e non solo.  Era un anno circa che arrivavano segnalazioni. Passaggi di pacchetti sospetti, andirivieni di tossicodipendenti nei pressi della Chiesa, a volte momenti di tensione tra venditori e clienti per la contrattazione del prezzo delle dosi. Insomma, tutto lasciava presagire ad una situazione di illegalità, che ha indotto il Comandante Scarpellini ad organizzare dei servizi di appostamento e appiattamento, per capire cosa stesse accadendo nella zona. Con l’ausilio di telecamerine, gli agenti sono 20171123_082936riusciti a filmare numerosi episodi di vendita al minuto, di attività costante di spaccio dove ‘l’uomo del Castello’, per non rischiare i controlli, andava e veniva, portando con se modeste quantità. Se lo avessero bloccato con quelle poche dosi che teneva strategicamente, dimostrando di conoscere alla perfezione il codice di procedura penale, se la sarebbe cavata con una segnalazione al Prefetto come assuntore. Ecco perchè gli agenti hanno atteso qualche giorno, per raccogliere gli indizi necessari per incastrarlo, provando l’attività di spaccio, che avrebbe fatto scattare la prigione.

Lo spacciatore aveva anche le vedette
Così è andata: gli agenti hanno organizzato il blitz nel quartier generale di Jemmeh, supportati dai colleghi della Polizia di Stato, hanno bloccato il ‘capoccia’ . Oltre all’arresto dell”Uomo del Castello’, sono scattate anche delle denunce a piede libero. L’accusa è di concorso in spaccio. In particolare si tratta di 4 maggiorenni, tutti stranieri, dei quali tre richiedenti asilo; ed un minorenne di nazionalità italiana.
Dopo il controllo Straordinario del Territorio al Castello, gli agenti si sono spostati in altre aree della città, dove è stato individuato uno straniero di nazionalità marocchina privo del permesso di soggiorno che, accompagnato in Questura, è stato immediatamente sottoposto a decreto di espulsione immediata con IMG-20171123-WA0001 (3)accompagnamento alla frontiera.

Natalia Bandiera

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia