E’ stata super corteggiata durante la campagna elettorale, quando le chiedevano di fare il sindaco e lei rispondeva che la politica è una passione che viene dopo il suo impegno di madre, di moglie. Che già doveva fare i conti con una professione impegnativa come quella del commercialista, che ai tempi moderni, sa essere logorante. In consiglio comunale si è già distinta per quella poca voglia di farsi notare a suon di polemiche, ma con interventi sempre pratici, propositivi e concreti. Quelli che colpiscono per la sostanza delle parole e non per il tono con cui vengono pronunciate. Barbara Cunico è una donna, che si definisce realizzata al di là di quella A che sta alla fine del nome della sua professione, che l’ha fatta emergere per competenze che riguardano i suoi studi e le sue doti. Appartenere al genere femminile o maschile per lei non fa la differenza: se vali vali. Praticava calcio quando poche donne si dedicavano ad uno sport da sempre ritenuto ‘maschile’ e confessa che all’epoca, avrebbe voluto essere un maschio, per possedere quelle doti fisiche che più si conciliano con lo stare dietro ad un pallone.

Dottoressa Cunico, cosa non le è piaciuto di quella delibera voluta dall’assessora Marina Maino, che pensa che la parità di genere passi  attraverso il linguaggio istituzionale?

Quello che mi stupisce nella motivazione dell’assessore è pensare che giovani generazioni di donne possano trovare un pregiudizio alla loro realizzazione professionale e di ruolo a causa di una vocale.

Ritengo che competenze, capacità e ruoli non appartengano ad uno o all’altro genere ed evidenziarlo mi sembra ancora più discriminatorio e pregiudizievole.

Mi preme sottolineare che la nostra era comunque una critica di priorità e opportunità visto il difficile momento che famiglie ,imprese, professionisti stanno attraversando. Le urgenze da evidenziare sono ben altre.

Mi ha colpito la sua ‘confessione’ di aver voluto, da ragazza, essere un maschio per potere stare meglio dietro ad un pallone. La pensa ancora così e cosa ha significato fare la sua carriera sportiva in un ambiente tipicamente maschile?

Assolutamente: essere donna è un dono meraviglioso.

Non nascondo quel mio desiderio che è durato fino alla pre-adolescenza: capelli corti, pantaloni, pallone.

Non era certo un problema per me, non lo è stato per i miei genitori ma soprattutto per i miei amici. Trovavo stimolante la competizione con i maschi e sentivo da parte loro un sentimento sì di curiosità ma soprattutto di rispetto Il mio solo dispiacere era quello di non poter giocare il campionato di calcio con i maschi perché a quel tempo a noi femmine era inibito.

Sono trascorsi molti anni ed ora il calcio femminile ha fatto passi da gigante arrivando al riconoscimento professionale ma non si può nascondere che rimane sempre una prerogativa quasi indiscussa degli uomini.

Determinazione , concretezza , rispetto e condivisione: forse queste le qualità che il calcio mi ha fatto sviluppare.

Ma anche la possibilità di far risaltare la femminilità in uno sport tipicamente “maschile”.

Lei è indubbiamente una bella donna, di quelle che non passano inosservate. Quanto ha contato nella sua vita il suo aspetto fisico molto femminile?

Penso che una donna è bella quando dimostra di essere all’altezza, quando sa gestire i propri impegni con semplicità e quando sorride alla vita e alle persone.

Se parliamo di bella donna in questo senso … allora ha contato molto.

Se fosse un amministratore comunale con la delega alle ‘pari opportunità’, anziché iniziare dal linguaggio istituzionale, da dove avrebbe iniziato?

Come previsto dalla “ Carta Europea per l’uguaglianza e la parità’” gli enti locali hanno un ruolo cruciale per gli abitanti e i cittadini nell’attivazione del diritto di parità, in particolare quello fra uomo e donna.

L’attività di sensibilizzazione per contrastare gli stereotipi di genere e abbattere i pregiudizi parte sempre dalla scuola.

Accanto allo “ sportello donna” già attivo, valuterei la possibilità di aprire un “Centro di ascolto per uomini maltrattanti e in difficoltà psicologica“ per offrire colloqui di orientamento a uomini disagiati e che stanno riflettendo sui propri comportamenti.

Cosa pensa delle donne in politica?

Alcune ricerche confermano che le donne sono più capaci di lavorare in modo collaborativo con i colleghi/e anche di altri partiti, hanno uno stile di leadership più democratico e meno autoritario degli uomini ; sono più efficaci nel costruire alleanze e aggregare consenso. Per questo la donna in politica è un valore aggiunto.

Cosa pensa delle donne nelle forze dell’ordine, dove oggi fanno più carriera?

Non posso che esprimere il mio consenso. Mi risulta che i pregiudizi siano ancora molti.

Cosa pensa del femminismo?

Il femminismo nella sua evoluzione storica è stato il movimento di rivendicazione della discriminazione di genere per eccellenza .

L’importante è che certe espressioni e battaglie non si trasformino in “ misandria”.

Chi pensa di votare il 25 settembre e perché?

Credo sia arrivato il momento di puntare su una leader donna…..che vorrei chiamare Primo Ministro o Capo del Governo.

Natalia Bandiera

 

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