“Me lo aspettavo che qualsiasi decisione avessi preso avrebbe scatenato un vespaio, ma amministrare richiede responsabilità e risposte: la vicenda dei lupi è l’ennesima dimostrazione del fatto che i Comuni sono soli rispetto a tematiche ben più grandi dei confini comunali e che molti parlano tenendosi ben distanti dal territorio interessato e dalla quotidianità che io invece debbo affrontare nell’interesse dei cittadini che rappresento”. A dirlo è Cristina Meneghini, primo cittadino di Arsiero, a pochi giorni dal caso ‘lupo’ che ha scatenato una vera e propria bagarre mediatica, mentre proseguono le segnalazioni anche a mezzo social di avvistamenti dell’astuto predatore.

Del resto, quando si parla del più famoso tra i canidi, la polemica è garantita: tra chi come nella famosa storia di Pierino urla alla tragedia prima che la stessa si consumi e chi pretenderebbe che non vi fossero legittime preoccupazioni tra chi  magari si è trovato il pollaio vuoto o l’animale di compagnia dilaniato, appare difficile proporre la questione cercando di affrontarla con la giusta lucidità e apprezzabile senso di misura. Appare corretto segnalare al proposito che dal secondo dopoguerra, in Italia, ci sono stati due soli casi accertati di aggressività verso l’uomo, entrambi senza conseguenze.

“Il tema è importante e va affrontato razionalmente” – dichiara la Consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda – “urlare ‘al lupo, al lupo’ serve esclusivamente a saziare il bisogno di visibilità di qualche politico. Da parte mia la massima comprensione per le preoccupazioni espresse da parte di chi teme la vicinanza di un predatore che, è opportuno ricordare, da sempre convive cogli esseri umani. E’ bene segnalare altresì che la gestione di questi animali non compete ai Comuni e che la Regione Veneto sta facendo gran poco in materia. Non ci si può limitare a risarcire e proporre abbattimenti impossibili, serve piuttosto una strategia di prevenzione e gestione. Il primo step è lo studio: quanti esemplari sono presenti? Vi sono cuccioli? Quale l’area di copertura del branco? Il passo successivo riguarda la prevenzione, perché il lupo si sposta (come tutti gli altri animali selvatici) dove trova cibo. In Slovenia gli allevamenti sono difesi da recinzioni alte e resistenti, questo costringe i lupi a spostarsi alla ricerca di selvaggina e non di animali da allevamento o da affezione.

In Germania invece il prelievo avviene come extrema ratio in presenza di un esemplare problematico, ma questo solo dopo che l’allevatore dimostra di aver adottato tutti i mezzi e gli strumenti messi a disposizione gratuitamente dalle autorità. Basta poco quindi per comprendere come in Italia siamo ben lontani dalle positive esperienze di altri Paesi. Al contrario di quanto affermato da alcuni politici, probabilmente mal consigliati, la popolazione del lupo nel nostro territorio ha ormai raggiunto la sua naturale saturazione e questo ci spinge verso azioni preventive ad hoc. Purtroppo, da noi il lupo sembra avere un’unica funzione: quella di alimentare il dibattito politico grazie alla strumentalizzazione condotta da parte di chi sostiene le doppiette. Da almeno sei anni sostengo in Regione la necessità di adottare politiche serie ed efficaci nei confronti dei lupi, senza abbandonarci a facili istinti. Perché ricordiamoci: il lupo fa il lupo, noi dovremmo essere quelli che pensano ed agiscono in modo razionale”.

Marco Zorzi

Arsiero. Il lupo arriva in paese, il Sindaco: ‘Agire subito’. Caretta (Fdl): ‘Aspettiamo il morto’? Video – AltoVicentinOnline

 

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