Sono saliti a una quindicina i ricoveri all’ospedale di Santorso, tutti ospitati nel reparto di emergenza allestito accanto al pronto soccorso. La notizia è stata riportata  dal Giornale di Vicenza e la dice tutta sulle condizioni dell’ospedale Alto Vicentino, dove nel fine settimana, sono previsti altri ricoveri, dopo i 4 degli ultimi giorni.

Sempre dalle pagine del Giornale di Vicenza, si apprende che si è dovuta tamponare un’emergenza importante, emersa con il Coronavirus, che ha fatto luce sulle condizioni di un ospedale che dall’esterno appare come una struttura sanitaria da telefilm americano e che nella sostanza, è diventata satura con i primi casi di Covid19. Per fortuna, non ci sono casi gravi di Coronavirus ricoverati a Santorso e l’ospedale Alto Vicentino non è adeguato ad ospitare i pazienti critici, in quanto è stato stabilito che in casi di pericolo di morte, l’ospedale di riferimento è quello di Bassano.

A non preoccupare è invece la situazione al San Bassiano, dove esiste la terapia intensiva e sub intensiva, dove i letti della rianimazioni sono ancora liberi e dove si contano 5 ricoverati, 2 in più rispetto a giovedì.

La situazione dell’ospedale di Santorso, che emerge con il Coronavirus, è di non essere proprio il ‘gemello’, come sbandierato da tempo dalla politica regionale. Il commissario Bortolo Simoni ha spiegato che “si è proceduto con la duplicazione delle aree dedicate al Covid19 e con l’attivazione di un secondo reparto specifico, ricavato nel piano di medicina generale collegato al piano terra e alle tende della protezione civile. Con il nuovo potenziamento – ha spiegato Simoni – i posti letto non intensivi di Santorso passeranno da 15 a 30”. Il potenziamento si è reso necessario con le previsioni di ricoveri che si preannunciano importanti con il picco e che non può trovare senza copertura una struttura sanitaria che copre un territorio vasto come quello dell’Alto Vicentino.

Il potenziamento è a livello regionale e Zaia è al lavoro con il suo ‘piano Marshall’.

“Per preservare i posti letto di area intensiva, in previsione di un massiccio afflusso di pazienti, la Regione Veneto ha definito e attivato una serie di nuove modalità operative dell’intero sistema sanitario disponendo, tra l’altro, la sospensione dell’attività chirurgica non urgente che richieda ricovero in terapia intensiva post operatoria, ad eccezione degli interventi indifferibili in considerazione delle condizioni cliniche dei pazienti, e la sospensione delle attività di specialistica ambulatoriale pubblica e privata convenzionata ad eccezione delle categorie temporali U (urgente) e B (breve) e degli ambiti materno infantile e oncologico. La nuova organizzazione operativa sarà valida fino al 15 aprile 2020 ed è stata condivisa dal Comitato Scientifico per il coronavirus istituito in Veneto con delibera di Giunta regionale del 12 marzo”.

Di seguito sono elencate le diverse modalità disposte: Sospensione con effetto immediato di tutta l’attività chirurgica programmata per la quale è previsto il ricovero in terapia intensiva post operatoria ad eccezione degli interventi indifferibili in considerazione del quadro clinico dei pazienti, e in particolare nell’ambito della chirurgia oncologica tenendo conto della storia naturale della malattia e dei protocolli integrati con chemio e radioterapia adiuvante. Per disporre di personale per la gestione dei posti letto aggiuntivi sia di terapia intensiva che semintensiva si richiede di ridurre l’attività chirurgica programmata non urgente nell’ottica di recuperare personale per garantire la gestione di tali posti letto attivati secondo il piano regionale per la gestione emergenza COVID-19. Sospensione di tutta l’attività di specialistica ambulatoriale delle strutture pubbliche e private accreditate a eccezione delle prestazioni prioritarizzate come U e B, garantendo, sia come prime visite specialistiche che di controllo, l’attività in ambito materno-infantile ed oncologico (sarà cura di ogni struttura avvertire gli utenti programmati con altre priorità per riprogrammare l’appuntamento al termine dello stato di emergenza; i medici prescrivano le prestazioni con le priorità di cui sopra fermo restando comunque la possibilità di segnalare situazioni cliniche meritevoli di controlli ravvicinati). Misure di mitigazione del rischio presso tutti i servizi, e in particolare presso i punti prelievo. Chiusura degli URP e tutti gli sportelli di prenotazione con un contestuale potenziamento delle prenotazioni telefoniche. Le risposte dei referti di laboratorio e degli esami strumentali verranno inviate per posta a domicilio dell’utente qualora non accessibili online. L’attività di distribuzione diretta dei farmaci dovrà essere limitata a quelli ad esclusiva distribuzione ospedaliera, erogando fino a 3 mesi di terapia dopo la dimissione da ricovero o a seguito di visita specialistica; dovrà essere utilizzato il canale delle farmacie territoriali utilizzando il flusso della distribuzione per conto (DPC) per tutti i farmaci. Le attività relative all’assistenza psichiatrica vanno mantenute inalterate mentre ogni attività distrettuale rivolta al pubblico va sospesa eccezion fatta per le urgenze e l’assistenza domiciliare. Nell’ambito dell’attività dei Dipartimenti di Prevenzione, l’attività dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica è da sospendere interamente ad eccezione delle prestazioni urgenti o non differibili, quali, a titolo esemplificativo, le attività vaccinali con carattere di urgenza, quelle previste dal calendario vaccinale pediatrico per la fascia di età 0-6 anni, quelle rivolte alle sorveglianza delle malattie infettive, le attività di screening oncologico di secondo livello e le attività di certificazione medico legale con carattere d’urgenza. Sospensione dell’attività intramoenia, ossia le prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici di un ospedale, i quali utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell’ospedale stesso, dietro pagamento. Oltre all’attività libero professionale intramoenia, è stata anche disposta la sospensione di tutta l’attività di specialistica ambulatoriale delle strutture pubbliche e private accreditate (compreso ex art. 26 L. 833/1978) ad eccezione delle prestazioni prioritarizzate come U e B, garantendo, sia come prime visite specialistiche che di controllo, l’attività in ambito materno-infantile ed oncologico.

Le disposizioni, condivise dal Comitato scientifico di cui alla DGR 269/2020 nella seduta del 12 marzo, trovano applicazione sino al 15 aprile.

di Redazione Altovicentinonline

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