Secondo le stime di Federalberghi Veneto, sono circa 250 le imprese venete che hanno usufruito del decreto turimo, per un totale di circa 40 milioni di euro di contributi, pari ad una media di circa 160.000 euro ad impresa. “È un punto di partenza che accogliamo positivamente, ma sicuramente non è sufficiente a sostenere in modo consistente gli investimenti che gli albergatori devono sostenere per l’ammodernamento e per l’efficientamento delle strutture”, afferma Massimiliano Schiavon, presidente di Federalberghi Veneto.

“Non dimentichiamoci che dobbiamo far fronte all’innalzamento del costo delle materie prime e dei costi dell’energia. Le risorse che arrivano, quindi, sono una piccola parte rispetto a quelle di cui abbiamo bisogno”. E c’è poi qualcosa da ridire sulle modalità di assegnazione dei contributi, sostiene Schiavon.

“Registriamo più di qualche malcontento da parte di aziende che sono rimaste escluse dal contributo pur avendo presentato progetti importanti ed ambiziosi”. E d’altra parte “rileviamo la presenza di aziende più ‘fortunate’ che fanno nascere qualche dubbio sull’efficacia delle modalità del criterio applicato per l’assegnazione dei fondi”. Infine, conclude Schiavon, “non si può non rilevare guardando il quadro complessivo uno sbilanciamento della destinazione di queste verso il Sud del Paese. È evidente la necessità di sviluppare un potenziale turistico in parte ancora inespresso nel Mezzogiorno, ma allo stesso tempo non si può non dare benzina ad un motore come quello del Nordest che consuma storicamente molto di più per garantire buona parte di quel Pil nazionale (13%) di cui in questi due anni abbiamo sentito molto parlare”.

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