In Veneto “sono troppe le filiali di banche che stanno chiudendo”. C’è una contrazione -dal 2015 al 2021- del 14% dei Comuni che ha sportelli in meno; un calo del 10%, ovvero la sparizione di mille sportelli. Così “molti paesi rimangono senza un punto di riferimento e questo fenomeno rappresenta una grande complicazione: per l’invecchiamento della popolazione, perché il Veneto ha un tessuto produttivo molto sviluppato e infine, a causa della mancanza di uno sportello bancario di riferimento sul territorio, si rischia di dare uno spazio alla criminalità. Credo che le banche, che stanno guadagnando molto in questo momento, debbano restituire qualcosa a questo territorio già colpito dal doppio crac di alcuni anni fa. Chiediamo alle banche di riprendere in mano la questione e di offrire nuovamente un servizio alle persone”. L’appello è di Roberto Toigo, segretario della Uil Veneto, che ieri,  nella sala stampa Oriana Fallaci di palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, ha presentato la campagna del sindacato ‘Chiusura filiali? No, grazie!’ sulla desertificazione degli sportelli bancari e sulle conseguenze sulle comunità locali e sui lavoratori. “Se dal 2015 al 2021- sottolinea Elisa Carletto, segretaria regionale Uilca Veneto– il Veneto ha perso oltre mille sportelli, ciò si è tradotto nella perdita di oltre 5.000 posti di lavoro: questo fenomeno quindi ha un impatto a livello sociale, ma anche lavorativo, in un territorio caratterizzato da un tessuto produttivo davvero importante, e dovrebbe far riflettere il fatto che a fronte di una crescita economica del nostro territorio, vi sia carenza di sportelli, un problema che va affrontato e risolto insieme”.

In Veneto la desertificazione degli sportelli bancari è stata “meno visibile rispetto ad altre realtà grazie alla diffusione delle Banche di credito cooperativo e delle Casse rurali”, annota Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale: in regione l’84% dei Comuni, ovvero 473 su 563, è ancora servito almeno da uno sportello. “Tuttavia non siamo immuni dal pericolo posto dall’iniziativa della Uilca e il problema potrebbe esplodere soprattutto nelle aree periferiche o marginali a iniziare dai piccoli Comuni di Montagna. Il fenomeno della desertificazione bancaria affianca e conferma un trend negativo che registriamo in tutte le piccole attività commerciali”, evidenzia Ciambetti. E con le banche il problema “è particolarmente complesso perché non tutti, e non parlo solo degli anziani, sanno gestirsi con l’e-banking e con i problemi di sicurezza che esso pone”. C’è, poi, un’altra preoccupazione: alla rarefazione degli sportelli si contrappone l’aumento dell’uso delle tecnologie nella gestione dei rapporti banca-clienti: così “a stabilire l’affidabilità di un cliente sono sempre più algoritmi raffinati. Mi chiedo: possiamo permettere che a stabilire il successo economico di una iniziativa imprenditoriale, ma anche di un progetto sociale, lo sviluppo di intere aree dipenda da algoritmi?”, domanda Ciambetti. Che rinnova anche il suo impegno a tutela delle Bcc e conclude: “La riflessione posta all’attenzione dall’iniziativa della Uilca è strategica per le città, i cittadini, i territori, la nostra economia”. Raccoglie il monito Uil anche il governatore Luca Zaia: “Dobbiamo far sì che non si chiudano altri sportelli bancari e che anche le più piccole realtà, penso alle comunità montane, possano avere maggiori possibilità di rilancio e sviluppo”.

I servizi bancari “devono poter essere raggiungibili, specie dagli anziani, senza dover la necessità di percorrere decine di chilometri- precisa Zaia- già da tempo ho condiviso la preoccupazione che mi hanno manifestato alcuni sindaci rispetto alle continue chiusure di sportelli bancari e bancomat. Il mio appello è quello a mantenere i presidi bancari del territorio, preservando i servizi e i posti di lavoro che vanno garantiti”. In Veneto “abbiamo dovuto affrontare in maniera drammatica il problema della chiusura delle banche nelle ben note vicende che hanno riguardato alcuni nostri istituti di credito. Da quel momento ci siamo resi conto, più di altri, dell’importanza di avere a che fare con le persone anche nei contesti bancari. Per questo- evidenzia l’assessore al Lavoro Elena Donazzan- la Regione ha avviato importanti iniziative di educazione finanziaria con la consapevolezza che educare è una delle poche armi che possiamo mettere in campo per far fronte a questo genere di rischi. Serve potersi confrontare con persone e per farlo è necessario mantenere i servizi di prossimità, compresi gli sportelli bancari, nelle realtà più piccole e svantaggiate”. La Regione dunque “sposa e sostiene pienamente l’iniziativa di Uilca perché è fondamentale difendere il lavoro e i servizi. Dobbiamo tutelare i lavoratori delle banche che continuino ad essere punti di riferimento per il territorio”. Chiude con un monito Fulvio Furlan, segretario generale Uilca: “Dove non ci sono sportelli bancari c’è il rischio che l’intermediazione del credito sia svolta da soggetti non regolamentati, a rischio illegalità e usura”.

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