Non ci sta il consigliere regionale leghista Nicola Finco a sentirsi definire come “uno che favorisce il nomadismo notturno dei bevitori, soprattutto dei minorenni” e spiega la sua proposta di consentire la distribuzione automatica di alcolici tramite distributore come una forma ulteriore di controllo, con tanto di stretta “proprio sui giovanissimi”.

Secondo l’esponente del Carroccio, che si definisce “stupito” delle critiche piovutegli addosso dal Cal (Consiglio Autonomie Locali), la proposta di vendere alcolici di notte mediante distributori automatici vuole semplicemente regolamentare qualcosa “che già esiste e non è a norma”.

L’accusa del consigliere ai suoi detrattori è di aver letto con troppa superficialità il progetto di legge, dimostrando di non averne compreso i motivi.

“Da parte mia e dei colleghi firmatari non c’è mai stata intenzione di favorire l’uso di alcolici, semmai di regolamentare un qualcosa che già esiste ed è in espansione, che si finge di non vedere perché ad oggi non è regolamentato, quindi fuori norma – sottolinea Finco –  I distributori automatici di alcolici esistono già sul nostro territorio ed è innegabile che questa tecnologia sia sempre più diffusa e in costante crescita. Cito dal Pdl: ‘Giova quindi ribadire che non vi è alcun impedimento prestabilito dal legislatore nazionale che vieti, agli esercizi muniti di licenza, di somministrare e vendere bevande alcoliche, tramite distributori automatici, se non la statuizione di limiti specifici tali da renderne più restrittivo il suo esercizio’. I limiti – continua il consigliere – sono quelli delle fasce orarie notturne, come anche previsti da appositi divieti, come le ordinanze, per i quali il pdl non prevede alcuna deroga”.

L’esponente della Lega dichiara che la sua proposta intendeva regolamentare tutti quei distributori fuori norma sul territorio con un tipo di tecnologia avanzata che permetta di stabilire se l’utente è maggiorenne ed anche se il suo stato alcolico è nella norma, per poter bere ancora.

“Un tipo di tecnologia avanzata che non si limita al tesserino sanitario ma, ad esempio, alla possibilità di ricevere un codice o un Qr code sul proprio cellulare, o ancora la possibilità si soffiare su una cannuccia per capire se chi vuole acquistare l’alcolico dal distributore non abbia già alzato troppo il gomito – continua –  Cito infatti dalla relazione del Pdl: ‘Si pensi solo alla possibilità di limitare l’acquisto di bevande alcoliche su distributore tramite l’utilizzo del tesserino sanitario. Tale modalità di accesso è solo una delle scelte che la tecnologia attuale permette ma che, ove prevista all’interno della fonte legislativa, potrebbe costringere ad una modifica del testo in conseguenza dell’evoluzione tecnologica del prodotto’. In tutto questo – conclude Finco – si voleva tutelare il mercato vitivinicolo del nostro territorio, le nostre cantine. Detto questo, la CAL non ha invitato il sottoscritto, cioè il primo firmatario del progetto di legge, ad illustrare il provvedimento che hanno letto malamente e male interpretato”.

di Redazione Altovicentinonline

La Lega veneta vuole i distributori notturni di alcol, ma ai sindaci non piace la proposta

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