Con i numeri fuori controllo dei contagi del Veneto, diventano un caso nazionale i furbetti del Covid 19, quelli che il  manager della sanità Luciano Flor ha definito ‘deficienti irresponsabili’ perchè portano il Coronavirus in giro non rispettando l’isolamento. Non solo, per sfuggire ai controlli previsti dal protocollo sanitario, danno numeri di telefono fasulli per non farsi rintracciare. Nonostante rischino una multa cara e la denuncia per epidemia colposa, loro se ne infischiano e qualcuno si vanta pure su facebook di non osservare le regole.

A denunciare nei giorni scorsi, era stato anche il commissario Bortolo Simoni dell’Ulss 7, che durante la conferenza stampa di inizio anno per fare il punto sull’andamento della curva dei contagi con i giornalisti, aveva parlato proprio di questi delinquenti che danno il numero di telefono falso quando gli viene comunicato dopo il tampone di essere positivi. Lo stesso giorno, altri direttori generali avevano denunciato la stessa problematica, a fronte dell’aumento dei numeri del Covid. Si è scagliato contro di loro, appellandoli ‘deficienti’ il direttore generale di Azienda Zero, che ha dichiarato .“C’è la chiara volontà di eludere l’obbligo di restare a casa e di sottrarsi al controllo del servizio sanitario, col rischio di infettare altre persone”.

Secondo quanto sta emergendo in questi giorni, gli imbecilli non rispetterebbero l’isolamento nemmeno quando fanno il tampone, avvertendo i primi sintomi del Covid. Nell’attesa dell’esito dello screening viene raccomandato loro di stare comunque attenti a non andare in giro ad infettare il prossimo, ma anche in questo caso se ne fregano altamente non osservando la quarantena. Del caso-Veneto si è occupato oggi il tg nazionale di Rai Uno, ma già altre testate giornalistiche si erano occupate degli imbecilli untori, che pur di non rispettare le regole sanitarie, se ne vanno in giro a diffondere il virus. A loro non importa se un colpo di tosse costerà la vita ad un anziano diabetico o ad un giovane con le difese immunitarie basse, loro devono fare i loro porci comodi. Pare che in Veneto, stia nascendo una task force per dare la caccia a questi untori. Le Forze dell’Ordine sono sotto organico ed i numeri dei positivi è ormai alle stelle. Secondo la normativa del Governo, la multa che rischiano questi personaggi fuori controllo, che non hanno la minima idea del danno che provocano, va dai 500 ai mille euro, ma occorre coglierli sul fatto, fuori dall’isolamento fiduciario per punirli e farli finire sotto processo. Inoltre, anche nel caso di chi li chiama al telefono per seguirli, occorre provare che chi si nega a casa, sia davvero fuori il domicilio o sia solo impossibilitato a rispondere.

Il reato di Epidemia Colposa

Il reato di epidemia è disciplinato dall’articolo 438 del Codice penale che, nella sua formulazione originaria, prevedeva addirittura la pena di morte. Ora nella peggiore delle ipotesi c’è la reclusione in carcere fino a 12 anni. Invece all’articolo 452 troviamo il Delitto colposo contro la salute pubblica che punisce le ipotesi di lesione della salute collettiva con comportamenti negligenti e non dolosi, come uscire di casa durante l’isolamento domiciliare in seguito al tampone positivo.

Il reato di Epidemia è previsto dall’articolo 438, nel Titolo VI del Codice penale tra i Delitti contro l’incolumità pubblica, e recita testualmente: Chiunque cagiona un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l’ergastolo. Se dal fatto deriva la morte di più persone, si applica la pena [di morte]. La seconda parte dell’articolo non ha più applicazione dato che in Italia non è prevista la pena di morte.

N.B.

 

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