Il Veneto attrae la forza lavoro e il 10% dei neo assunti arriva da fuori regione.

Analizzando i dati, a livello territoriale nella media 2008-2019 il maggior numero di lavoratori non veneti si registra nei territori di confine e in particolare a Belluno (13,8% sul totale), Verona (12,4%), Rovigo (11,9%) e Venezia (11,1%). I settori maggiormente attrattivi per i lavoratori provenienti da altre regioni italiane sono le costruzioni, dove la quota raggiunge il 24% del totale, l’industria dei mezzi di trasporto (19%) e da alcuni gruppi di servizi evoluti quali servizi finanziari (18%), ricerca e sviluppo (18%) e servizi informatici (16%). Spicca il settore dell’istruzione (13%), con un flusso esterno che nell’80% dei casi è di domiciliati nel Sud Italia e che riguarda, soprattutto negli ultimi anni, il personale non docente. Agricoltura e industria della moda sono, invece, i settori che attingono maggiormente alla manodopera regionale, con il 94% di assunzioni riguardante lavoratori domiciliati in Veneto. Il 95% dei veronesi, il 90% dei bellunesi, l’88% dei veneziani, l’86% dei vicentini, il 78% dei trevigiani e dei rodigini, e il 78% dei padovani, viene infine assunto nella provincia in cui è domiciliato.

“Il Veneto si conferma una regione altamente attrattiva per l’occupazione, in particolare nei settori delle costruzioni, industria dei mezzi di trasporto e servizi evoluti i settori più attrattivi – ha sottolineato Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro – Belluno e Verona sono le province venete che attraggono il maggior numero di lavoratori non veneti, a dimostrazione del dinamismo occupazionale che contraddistingue questi territori. Questa la fotografia che indica il livello di attrattività della nostra regione a livello occupazionale. Il Veneto attrae per l’offerta di posti di lavoro tanto quanto per il livello di qualità di vita che offre il nostro territorio. Un segnale positivo che, in questo momento di ripresa, rappresenta un elemento in più che ci fa ben sperare per il futuro”.

La mobilità dei lavoratori è condizionata dal volume complessivo delle assunzioni, risultando più elevata nelle fasi di maggior dinamismo del mercato del lavoro, e varia in funzione di specificità settoriali quali la domanda di lavoro stagionale, turistica o agricola, quella legata a figure professionali particolarmente specializzate e i reclutamenti del sistema scolastico.

Un caso a parte è rappresentato dal settore dell’editoria e cultura (47%), nel quale confluiscono le assunzioni di attori e comparse da parte delle aziende cinematografiche e teatrali. Agricoltura e industria della moda sono, invece, i settori che attingono maggiormente alla manodopera regionale, con il 94% di assunzioni riguardante lavoratori domiciliati in Veneto.

Guardando, invece, alla prospettiva dell’offerta di lavoro, ovvero dove i domiciliati in un certo territorio vanno a lavorare, emerge che sono assunti nella stessa provincia di domicilio il 95% dei veronesi, il 90% dei bellunesi, l’88% dei veneziani, l’86% dei vicentini, il 78% dei trevigiani e dei rodigini, e il 78% dei padovani.

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