“Ci sentiamo isolati dal mondo, siamo davvero stanche di girare a vuoto. Abbiamo bisogno di un aiuto concreto e subito. Nessuno ci ascolta.”. Questo il grido disperato che arriva dal cuore di Isola Vicentina dove la piccola Isabel Cubalchini, nata con una storia di resurrezione, si trova ora insieme alla nonna Stefania Zaccaria e la mamma Giada Cubalchini, al centro di una lotta quotidiana per la sopravvivenza, affrontando gravi conseguenze a causa di una nascita traumatica.

Ed è proprio nonna Stefania che, con le unghie e con i denti cerca, insieme a sua figlia, di divulgare la loro storia per salvare la piccola. La famiglia ha condiviso la toccante storia di Isabel Cubalchini, nata morta e rianimata due volte, ma che ora lotta con una grave paralisi cerebrale, crisi epilettiche e un ipertono significativo. La madre di Isabel, ha vissuto l’orrore di un distacco di placenta durante il parto, mettendo a rischio la vita sia della neonata che della madre stessa.

La famiglia, residente a Isola Vicentina, si è scontrata con sfide imponenti: “Dal giorno in cui è nata mia nipote, ha avuto inizio il calvario. – ha dichiarato la nonna. – Nell’ospedale di Santorso in cui è nata, non ci hanno mai dato una diagnosi precisa e non ci hanno mai detto come interagire con lei. Da Settembre fino a Gennaio, mia figlia riesce a prendere un’appuntamento con il primario di Pediatria di Vicenza (in privato) per sapere la diagnosi. Grazie a questo dottore ha che ha visitato la bambina, finalmente siamo riuscite ad avere la diagnosi. In questi anni abbiamo provato di tutto per far valere i diritti di mia nipote, dagli ausili, alla fisioterapia e quant’altro. Il Comune di Isola Vicentina non collabora, la Regione Veneto sta provando di tutto, ma hanno le mani legate.”

La realtà della vita quotidiana si è fatta sentire quando le opportunità di lavoro per la madre della piccola sono diminuite a causa delle esigenze della bambina, rendendo impossibile il ritorno al lavoro. Mentre la nonna e il compagno contribuiscono come possono, tutti ora si trovano a dover affrontare il difficile dilemma dell’affitto e la prospettiva di dover abbandonare la loro casa entro la fine del 2024.”Mia figlia non può andare al lavoro perché Isabel ha bisogno di lei ventiquattro ore su ventiquattro, io faccio un part-time ed ho le mie malattie rare non riconosciute. – racconta la nonna – Dal 15 agosto dell’anno scorso è venuto ad abitare con noi anche il mio compagno però non riesce a contribuire se non con una spesa ogni tanto. Ha un contratto di lavoro molto basso e prende poco di mensilità. Ora noi siamo in affitto e per la fine del 2024 ce ne dobbiamo andare via, ma guardando gli affitti di oggi non c’è li possiamo permettere.”

Nonna Stefania racconta anche che il cargiver di vitale importanza per la cura di Isabel, le è stato revocato quest’anno, perché concesso a chi è in lista da un anno. La storia di Isabel è una cronaca commovente di resilienza e forza di fronte a una serie di avversità. La famiglia chiede ora il sostegno e la solidarietà della comunità locale per aiutarli a superare questa difficile fase della loro vita.

Laura San Brunone

 

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