Quella dell’autonomia “è una riforma irrinunciabile per i nostri territori e le nostre comunità”, e pertanto la promessa di una legge quadro entro la fine di settembre fatta dalla ministra Mariastella Gelmini “è un segnale positivo”. Così il presidente Anci Veneto e sindaco di Treviso Mario Conte commenta l’annuncio fatto da Gelmini.

“L’Anci Veneto fin da subito ha detto sì a questa riforma consapevole dell’importanza e dei benefici che l’autonomia può portare ai Comuni. I sindaci sono a fianco del Presidente Zaia e della Regione per portare al traguardo l’autonomia che i cittadini aspettano da molti anni. Confidiamo nel lavoro che stanno facendo i tecnici che sappiamo non essere semplice, ma siamo a disposizione come sempre per collaborare e per fornire il nostro supporto da interlocutore serio ed affidabile quale siamo”, continua Conte, dicendosi poi convinto che la riforma “potrebbe dare una grande mano ai sindaci che avrebbero gli strumenti e le risorse per governare in modo più incisivo non ricorrendo solo la gestione dell’emergenza e dell’ordinario, ma mettendoli nelle condizioni di costruire e programmare gli investimenti futuri”.

Zaia: ‘Un paese centralista è stare nel Medioevo’

“Se vogliamo continuare a investire nel Medioevo, restiamo allora un paese centralista”. Lo afferma il governatore del Veneto Luca Zaia durante il convegno milanese dal titolo ‘Un nuovo sguardo sulle autonomie e sul governo del territorio’, organizzato a Palazzo delle Stelline. Il governatore parlando dell’esigenza di avere una maggiore indipendenza per le Regioni, sottolinea l’importanza di “puntare su un nuova ossatura della logistica nazionale” perché Roma “è troppo rigida e ingessata, piena di scartoffie”. Chiedere autonomia vuol dire “assumersi responsabilità” e provare “a risolvere” un problema quando lo si ha davanti. Durante la pandemia, con il Covid-19, è stato così e Zaia si dice convinto che se ci fosse stata un gestione completamente centralizzata “sarebbe stato un disastro”.

“Il centralismo non ha riscattato le sorti del Sud Italia. Vogliamo trovare qualche formula magica o continuare con questa modalità che ha penalizzato il mezzogiorno?” Si chiede retoricamente Zaia.

“Non so in che tempi arriverà- conclude Zaia- fino a ieri non si discuteva di autonomia, oggi ne parla il presidente della Repubblica e anche il premier senza tabù”. Poi, sicuramente “non è un confronto facile- aggiunge- ci sono grandi burocrati e giuristi che sostengono che questa visione nel nostro Paese non può funzionare”.

Il Governo riparte col dossier sull’autonomia regionale. E la prima cosa da fare è “dare risposta alle Regioni che si sono espresse col referendum”. A dirlo è il ministro per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini.

“Abbiamo riaperto il dossier- spiega Gelmini- e abbiamo affidato al professor Caravita una commissione di approfondimento. La pandemia ha interrotto il percorso, ma ora dobbiamo riprenderlo prima di tutto dando risposta a quelle Regioni che si sono espresse col referendum. Lo dobbiamo fare in sintonia, con una legge quadro che sia un punto di equilibrio a livello nazionale, per poi declinare l’autonomia sulla base dei singoli territori”.

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