Ha appena raccolto l’incarico di ministro alle Disabilità e per la vicentina Erika Stefani arriva subito la prima questione da risolvere: il dossier dell’Anief, l’associazione nazionale degli insegnanti e dei formatori, che richiama l’attenzione del governo, sul “numero impressionante di cattedre di sostegno vacanti”. Il tutto con un 2020 che ha visto un record di supplenze, causate soprattutto dalla pandemia.

La soluzione è sollecitata dai familiari, che nell’anno del covid sono usciti sfiancati per la gestione casalinga dei disabili.

Le cattedre di sostegno vacanti hanno infatti lasciato molti studenti autistici senza supporto scolastico e con l’aggiunta dell‘esclusione dei disabili e dei caragiver dalle priorità del piano vaccinale la situazione rischia di peggiorare.

“La stipula di oltre 210 mila contratti annuali, con altri ancora da realizzare, assunzioni limitate e a settembre in arrivo altri 35 mila pensionamenti, è una circostanza che non può lasciare indifferente l’esecutivo”, ha sottolineato Marcello Pacifico, presidente del sindacato Emergenza inclusione.

Ma non è l’unico problema posto al ministro Stefani, che si dovrà occupare anche del Pei (Piano Educativo Individualizzato).

“Il decreto del Ministero dell’Istruzione sul nuovo modello di Pei rappresenta una marcia indietro rispetto ai diritti delle persone con disabilità e dell’inclusione sociale a scuola – ha evidenziato Antonio De Poli, senatore UdC – Il fatto che resti la criticata tabella, che quantifica le ore di sostegno dell’anno successivo in base al debito rilevato a fine anno scolastico. Noi siamo convinti che le esigenze di sostegno didattico nascono non solo dall’analisi degli obiettivi didattici raggiunti ma anche dalle interlocuzioni con la famiglia. Quindi il decreto del dicastero dell’Istruzione numero 182 prevede, di fatto, la possibilità unilaterale della scuola di prevedere l’esonero da alcune discipline o la riduzione dell’orario scolastico per gli studenti con disabilità. Io credo che su questo punto sia indispensabile avviare una riflessione seria per modificare il decreto interministeriale. Chiederemo al governo guidato da Mario Draghi di modificarlo”.

In merito alle vaccinazioni per i disabili, la senatrice del Pd Tatiana Rojc ha sollecitato il governo e le Regioni a “intraprendere ogni azione possibile per garantire alle persone con disabilità e ai loro accompagnatori di rientrare nel Piano delle vaccinazioni insieme agli over 80: su questo tema bisogna essere tutti solidali e non c’è bisogno di intestarsi campagne. Se c’è da fare chiarezza nel Piano vaccinale sulle prestazioni da garantire a disabili e caregiver, l’esecutivo precisi o estenda al più presto le modalità di applicazione. E le Regioni, per quanto nelle loro autonome competenze, si attivino come già è stato fatto in alcuni casi”.

Far rientrare le strutture residenziali per disabili nel piano vaccinale urgente è l’intenzione dei familiari, che hanno espresso rabbia nel vedere i loro cari non ancora tutelati.

“Le strutture gestite direttamente dalle Asl e quelle private accreditate non rientrano nella prima fase della vaccinazione – hanno sottolineato – In questa pandemia l’esclusione delle Rsd (residenze sanitarie per disabili) dal piano vaccini è l’ultima e più grave delle dimostrazioni di disinteresse verso il nostro disagio”, ha detto Antonio Massacci, presidente della Onluss Anfass nelle Marche a La Stampa – Regioni e governo si rimpallano le responsabilità per questa inspiegabile esclusione”.

 

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