“Abbiamo voluto dare un segnale istituzionale concreto in occasione di questo 1 maggio. Chiediamo a tutto il Consiglio e alla Giunta di assumere un impegno preciso, un indirizzo politico che consideriamo importante per dare dignità e tutela ai lavoratori: inserire una clausola vincolante che garantisca che le ditte vincitrici di gare d’appalto legate alla Regione paghino i propri dipendenti con una paga oraria di almeno nove euro netti. Il provvedimento si riferisce a quei settori in cui i contratti nazionali non arrivano a questa soglia, come, ad esempio, i servizi di vigilanza, mense e call center”. Così la capogruppo del Pd in Regione Veneto, Vanessa Camani, annuncia i contenuti di una mozione sottoscritta dai colleghi Chiara Luisetto, Francesca Zottis, Andrea Zanoni, Anna Maria Bigon e Jonatan Montanariello.

I DEM: IL PRIMO MAGGIO SIA DAVVERO OCCASIONE PER IL LAVORO SICURO

Affinché l’1 maggio “sia davvero l’occasione per parlare di lavoro sicuro e di qualità, è indispensabile chiedersi cosa possiamo fare per implementare le politiche che migliorano le condizioni di lavoro nella nostra Regione. Pensiamo, sotto questo profilo, che sia indispensabile rafforzare l’importanza della contrattazione collettiva di settore e dare nuovo impulso alle misure di tutela dei lavoratori e della loro retribuzione, in particolare negli appalti pubblici. Le Regioni sono stazioni appaltanti: garantire, a partire dalla propria sfera di competenza, le condizioni in grado di eliminare ogni possibilità di sfruttamento e di povertà salariale è un dovere di civiltà“, affermano i dem. Dunque si chiede alle Regione Veneto anche di vigilare sulla applicazione delle norme relative ai contratti nazionali, in particolare in appalti e subappalti, verificando che, in sede di offerta di gara, siano applicati e garantiti livelli retributivi minimi.

Mattia Cecchin

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