Non ci saranno nuove discariche in Veneto e nemmeno nuovi inceneritori, entro il 2030 la raccolta differenziata salirà all’84% e l’obiettivo è di avere una tariffa unica regionale.

Lo ha dichiarato Gianpaolo Bottacin, assessore regionale all’Ambiente, commentando l’aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti.

“In assoluta continuità con il piano precedente, che ci ha portato a consolidare la posizione di Regione più virtuosa in Italia nella gestione dei rifiuti e tra le migliori in assoluto in Europa, l’aggiornamento del Piano è stato condiviso con i principali stakeholders”, ha sottolineato.

Ricordando che la normativa europea prevede l’autosufficienza regionale con unico ambito territoriale omogeneo per quanto riguarda i rifiuti solidi urbani e la libera circolazione da e verso il territorio regionale per quanto riguarda i rifiuti speciali, l’aggiornamento del Piano si è concentrato su entrambi i fronti, anche se con possibilità reali di intervento ovviamente molto più incisive sul fronte dei rifiuti solidi urbani.

“Nel pieno rispetto delle norme europee – ha dettagliato l’assessore -, è stata garantita al massimo la gerarchia di gestione dei rifiuti che prevede, nell’ordine: la riduzione a monte del potenziale rifiuto, l’allungamento del ciclo di vita dei prodotti, il riciclaggio dei materiali, il recupero di energia, il conferimento in discarica”.

Gli obiettivi del piano sono di arrivare entro il 2030 a una raccolta differenziata pari all’84%, un risultato già oggi superato da diversi comuni veneti e a una riduzione della produzione di rifiuto urbano residuo pari a 80 chilogrammi per abitante all’anno rispetto agli attuali 119.

“Questi obiettivi, ragionevolmente ottenibili, ci garantirebbero i seguenti risultati attesi: nessuna nuova discarica o ampliamento di discarica rispetto a quanto già autorizzato, nessun ulteriore termovalorizzatore o incremento di potenzialità rispetto a quanto già autorizzato – ha proseguito Bottacin – Saranno dunque possibili solo miglioramenti degli impianti esistenti”.

Ma non solo: il piano prevede inoltre di arrivare alla tariffa unica regionale di conferimento del rifiuto residuo con l’introduzione di un contributo incentivante per i territori virtuosi e di un contributo per il disagio per i territori che ospitano impianti di smaltimento.

Per quanto riguarda i rifiuti speciali, pur non potendo le Regioni vincolarne i flussi, vengono previsti focus specifici soprattutto per quanto riguarda il fine vita dei pannelli fotovoltaici, delle batterie al litio, dei veicoli convenzionali, dei rifiuti contenenti amianto, dei Pfas e altro ancora.

“Relativamente ai siti da bonificare abbiamo inoltre introdotto una metodologia di priorità di intervento definita con la collaborazione dell’Università di Padova attraverso analisi multicriteriali Come per ogni nostro intervento – conclude Bottacin – un approccio massimamente scientifico nell’affrontare la tematica, che peraltro non manca di tenere in considerazione le proposte espresse anche dalle associazioni di settore, come ad esempio Legambiente a cui, in una costante interlocuzione, abbiamo sempre dato ascolto”.

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