Abbattere un edificio pericolante, liberando il suolo, in nome della “rigenerazione urbana”. La giunta di Zaia stanzia 200 mila euro.  Soldi che copriranno la metà dei costi delle ruspe e degli escavatori che raderanno al suolo, sistemandolo poi.  Una misura che viene definita “irrisoria” dal Cna Veneto.

La Giunta regionale del Veneto ha approvato il bando che assegna finanziamenti per complessivi 200 mila euro destinati a interventi di riqualificazione edilizia e ambientale, per la rigenerazione urbana attraverso la demolizione di opere incongrue, di elementi di degrado e di manufatti ricadenti in aree a pericolosità idraulica e geologica o nelle fasce di rispetto stradale.

“La legge regionale per il contenimento del consumo di suolo entrata in vigore lo scorso anno – spiega l’assessore al territorio e all’urbanistica, Cristiano Corazzari, che ha proposto il provvedimento –, con la quale il Veneto ha fortemente innovato la propria disciplina urbanistica, individua, tra i vari interventi di riqualificazione edilizia e ambientale, anche quelli realizzabili attraverso la demolizione di opere incongrue o di elementi di degrado, prevedendo un fondo regionale per il finanziamento delle relative spese per le quali il Comune, a seguito di proposta dei proprietari, abbia accertato l’interesse pubblico e prioritario alla demolizione. A tal fine abbiamo approvato un finanziamento di complessivi 200 mila euro”.

Attraverso il bando pubblico predisposto saranno assegnati due tipi di finanziamento, a seconda se il valore stimato per gli interventi sia superiore o inferiore ai 100 mila euro. Nel primo caso il contributo massimo non può superare i 50 mila euro, nel secondo caso i 20 mila euro. In tutti i casi, il sostegno regionale sarà concesso nella misura massima del 50% delle spese strettamente connesse agli interventi di demolizione e ripristino del suolo naturale o seminaturale.

Ai finanziamenti possono accedere i Comuni, gli enti pubblici, gli organismi di diritto pubblico ed associazioni, singolarmente o in forma associata, nonché soggetti privati per interventi per i quali il Comune competente abbia accertato l’interesse pubblico e prioritario alla demolizione. Questi soggetti dovranno presentare ai Comuni, nel cui territorio ricade l’opera incongrua, la domanda di ammissione al finanziamento corredata dal progetto dell’intervento, al fine della valutazione dell’interesse pubblico. Per gli interventi da attuarsi direttamente dai Comuni, gli enti provvedono a redigere il progetto con i contenuti previsti dal bando ed esprimono la valutazione dell’interesse pubblico con deliberazione dell’organo competente. I Comuni, poi, trasmetteranno alla Regione il tutto.

Cna Veneto: “Una delusione”
Siamo delusi dall’esiguo stanziamento di 200 mila euro, varato oggi dalla Giunta regionale, per l’attuazione della legge sul consumo di suolo. Una cifra irrisoria di cui avevamo chiesto l’incremento, al fine che risultassero accelerati i tempi di attuazione di questa buona legge”. Queste le parole che usa Alessandro Conte, presidente regionale di CNA Veneto, commentando la delibera regionale.

“Ma se la Regione vuole accelerare gli effetti della legge 14 che limita il consumo di suolo e sulla quale noi abbiamo sempre espresso un parere positivo, e vuole davvero promuovere la rigenerazione urbana, allora deve mettere mano al bilancio e finanziare veri incentivi, perché i 200 mila euro sono poca cosa e non sono in grado di dare risultati significativi” afferma Conte.

“Considerando il costo della demolizione di un immobile, della progettazione e rigenerazione successiva, non saranno molti i progetti incentivabili con questo plafond e quindi non pensiamo che ne possa scaturire una forte spinta ad iniziative di riqualificazione urbana che invece la legge intende promuovere”, conclude il Presidente di CNA Veneto Conte.

P.V.

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