La notizia che il Veneto è al top in Italia per i Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) ha fatto imbufalire i lettori di Altovicentinonline.

Basta scorrere tra i commenti riportati sulla bacheca Facebook del nostro giornale per capire che per molti cittadini della Ulss7 Pedemontana il livello di guardia è stato raggiunto.

Medici di base in pensione e non sostituiti, con interi paesi della Valle dell’Astico come Pedemonte rimasti ‘orfani’ del classico ‘dottore di famiglia’, essenziale soprattutto per gli anziani.

Guardia medica ‘zoppicante’, con Schio che adesso è stata costretta a ricorrere ad un medico che dovrà arrivare da Padova per coprire il poto vacante, soggiornando in una stanza messa a disposizione dal Comune.

A Malo la Guardia Medica proprio non esiste e per un malessere un anziano deve spostarsi a Schio o al Pronto Soccorso di Santorso dove però deve fare i conti con ore e ore d’attesa.

Magari deve stare seduto su una seggiola in compagnia dei suoi acciacchi e trascorrere il triage una notte intera.

Ma non è solo questo che lamentano i nostri lettori: ormai per una prestazione ortopedica le attese per avere una visita del servizio pubblico sono di mesi e mesi e dinanzi ad una patologia, anche chi non se lo può permettere, deve rivolgersi ai centri di sanità privata. Questi sono ormai proliferati come funghi dopo un acquazzone e rappresentano il rifugio per una prestazione più immediata. Ma chi non ha i soldi per una visita all’anca, tipico acciacco che sopravviene ad una certa età, spesso se lo tiene, ci deve convivere, perché c’è una classe di pensionati davvero povera, che dopo aver pagato tasse per una vita intera non può contare su quello che dovrebbe essere garantito dallo Stato e dalla Regione.

Secondo il Ministero della Salute però il Veneto sta molto meglio e garantisce servizi di assistenza superiori rispetto al resto d’Italia.

La situazione dei medici di famiglia un problema sociale per tutto il Veneto. Non c’è provincia che non soffra della mancanza di queste figure che dovrebbero accompagnare le famiglie, che se ci fossero davvero e lavorassero con le condizioni di un tempo, il cittadino non avrebbe bisogno di essere dirottato subito dallo specialista.

456, secondo l’elenco pubblicato sul sito della Sisac, i medici di famiglia mancanti in Veneto, 239 in Toscana, 205 in Emilia Romagna, 98 nelle Marche, 91 in Abruzzo, 59 in Friuli Venezia Giulia, 55 in Umbria, e 10 in Valle D’Aosta. Sono numeri che fanno capire che esiste un grave problema, che costringe i medici attualmente al lavoro a dover assistere un numero di pazienti ben al di sopra della media prevista. Per non parlare di aree che sono completamente scoperte, con la disperazione di molti cittadini che, sulla nostra pagina facebook, non hanno peli sulla lingua e con nome e cognome denunciano le loro situazioni critiche.

Impossibile contattarli uno ad uno, sebbene ognuno di loro avrebbe una storia da raccontare.

Secondo i sindacati che denunciano da anni la carenza di medici dovuta al pensionamento, ma anche alla migrazione verso il privato che offre guadagni più dignitosi, l’errore sarebbe non ci sarebbe stata una adeguata programmazione di un quadro che era prevedibile. La Cgil punta l’indice non solo contro i dirigenti che avrebbero dovuto far presente alla Regione la situazione che si stava delineando, con la fuoriuscita di molti professionisti per raggiunti limiti di età, ma anche contro i sindaci dei vari territori, soprattutto dei piccoli Comuni dove i cittadini sono conosciuti uno per uno, insieme alle loro storie personali.

La mancata denuncia, per i sindacati, sarebbe da ricercare in una sorta di soggezione da parte dei sindaci nei confronti delle autorità regionali e delle direzioni generali delle aziende sanitarie. Un atteggiamento che i sindacalisti definiscono “inquietante”.

A fare la propria parte anche lo stato di precarietà dei medici, soprattutto nei casi dei medici di guardia, che crea sofferenza nel reperimento di queste figure che minano alla base l’assistenza sul territorio.

di Redazione Altovicentinonline

Troppe zone carenti di medici di famiglia: in Veneto sono 456

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