Ci sono anche le case di riposo Villa Miari di Santorso e San Giuseppe di Pedemonte nel mirino della commissione speciale di inchiesta per fare luce sui decessi avvenuti nelle strutture per anziani durante l’emergenza covid-19.

Una strage di innocenti venuta a galla nonostante la poca chiarezza di alcuni Comuni nel comunicare dati ufficiali che questa inchiesta interna regionale ufficializzerà.

Era nell’aria, visti i tanti anziani deceduti e ci sarà poco tempo per indagare, ma si spera che venga fatta luce su che cosa sia effettivamente successo in quelle strutture che avrebbero dovuto garantire la sicurezza ai più fragili della società.

Il Consiglio Regionale Veneto ha approvato all’unanimità la proposta di Piero Ruzzante, esponente di Leu-Veneto, di istituire “una commissione speciale di Inchiesta per fare luce sulla gestione delle RSA e delle case di riposo per anziani in relazione al Coronavirus”.

Ruzzante ha spiegato perché l’ha voluta: “Questo provvedimento non vuole essere un atto d’accusa contro nessuno – ha detto – Desideriamo solo interrogarci su quanto successo nelle RSA e nelle case di riposo, che hanno registrato 1/3 dei morti complessivi da Covid, affinché un contagio di siffatte proporzioni non abbia più a ripetersi. Abbiamo però due limiti: non possiamo interferire con il lavoro della magistratura e il tempo a disposizione è ristretto, fino alla fine della Legislatura. Ad ogni modo, una istituzione democratica che funzioni bene deve approfondire i motivi che hanno innescato e reso possibile un contagio così grave”. La commissione lavorerà due mesi, rinnovabili e sarà composta da undici consiglieri, di cui cinque di minoranza. Tuttavia, come è prassi istituzionale, la Presidenza verrà riservata all’opposizione.

Il Capogruppo Dem, Stefano Fracasso, ha appoggiato l’istituzione della commissione speciale di Inchiesta “per ricostruire le varie misure assunte da tutti gli attori in campo (Regione, Aziende e operatori sanitari, Governo), con il solo scopo di analizzare quanto accaduto e porre eventualmente in essere i necessari correttivi”.

Il Capogruppo della Lega Nicola Finco ha condiviso le finalità del provvedimento: “Fare chiarezza senza accusare nessuno”. “Le commissioni speciali di Inchiesta istituite in questi ultimi anni hanno dato buoni risultati – ha ricordato Finco – Questa commissione, in particolare, ci permetterà di fare luce sulla vicenda, per correggere gli eventuali errori commessi e per accordare la giusta attenzione ai nostri anziani, che rappresentano la parte più fragile della popolazione. Abbiamo presentato due ordini del giorno per avviare una collaborazione con l’autorità giudiziaria e per programmare una serie di audizioni, con l’assessore regionale competente e le Istituzioni attive nei territori”, ha concluso Nicola Finco.

Pieno appoggio all’istituzione di una commissione speciale di Inchiesta anche da parte di Erika Baldin (M5S), per la quale “i dati ISTAT attestano l’elevato numero di morti nelle strutture per anziani”. Per la consigliera Pentastellata “tra gli auditi va inserito anche il professor Crisanti”.

Orietta Salemi (Civica per il Veneto) ha evidenziato “la necessità di conoscere e di approfondire, ma se non ci saranno i tempi tecnici per poter concludere i lavori, la competenza dovrebbe essere trasferita alla commissione consiliare Sanità”.

Andrea Zanoni (PD) ha osservato come “sia doveroso chiarire i motivi che hanno provocato tantissimi morti: lo dobbiamo innanzitutto ai parenti che hanno sofferto in questi mesi, anche perché risulta ormai chiaro che laddove sono stati rispettati i protocolli prescritti si è riuscito a contenere il numero delle vittime. La commissione di Inchiesta sarà fondamentale anche nell’ottica di prevenzione”.

Patrizia Bartelle (IIC/Veneto 2020) ha ricordato di essere stata tra i primi firmatari della proposta di istituire una commissione di Inchiesta che servirà a “ricalibrare le linee guida in materia igienico – sanitaria alla luce dell’esperienza maturata durante l’emergenza Covid”.

Stefano Valdegamberti (Tzimbar Earde) ha denunciato “gli errori commessi da Governo, Consip e Protezione Civile Nazionale, che hanno determinato la carenza di sufficienti dispositivi di protezione individuale richiesti e mai arrivati nelle case di riposo: dobbiamo stare attenti ad addossare le colpe a chi opera ‘a valle’, senza considerare che i danni hanno magari origine ‘a monte’”.

Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità, ha sottolineato: “E’ giusto che la commissione di inchiesta cerchi di approfondire gli accadimenti ed evidenziare eventuali errori commessi, allo scopo di prevenire in futuro il ripetersi degli stessi. È quindi corretto analizzare i dati e audire le persone interessate professionalmente, per poter scrivere una nuova programmazione nei prossimi anni alla luce delle esperienze e dei tanti insegnamenti maturati. Ma è altrettanto opportuno non fare polemiche strumentali e usare delicatezza nell’affrontare una vicenda drammatica che ha provocato tante sofferenze e lutti; è altresì doveroso assumere un atteggiamento prudente, visto che non siamo ancora usciti dall’emergenza”.

Zaia: “Ben vengano le inchieste”

Il tema Rsa e case di riposo è stato molto dibattuto in questi mesi ed il governatore Luca Zaia non si è mai sottratto alle domande dei cronisti durante il consueto appuntamento con la stampa dalla sede della Protezione Civile di Marghera: “Ben vengano le commissioni d’inchiesta, sono favorevole a questo tipo di indagini, che dovranno viaggiare a braccetto con quelle della magistratura. In questo senso siamo tranquilli e vogliamo collaborare per capire cosa sia realmente accaduto”.

I morti in alcune case di riposo, rispetto ai casi virtuosi di altre strutture, sebbene fossero separate da pochissimi chilometri, non erano sfuggite ai media locali, che avevano puntato il faro sulle Rsa, dove non sempre si è riscontrato un atteggiamento limpido da parte di chi, anzi, sembrava irrigidito quando si provava a gestire i primi momenti dell’emergenza covid. Giorni frenetici soprattutto prima che fosse istituito il centro covid all’interno dell’ospedale di Santorso, con l’urgenza però di isolare quei casi che, se non trattati con altissima professionalità, competenza e strategia sanitaria, potevano rischiare di travolgere. E’ quello che è accaduto prima a Pedemonte, dove addirittura il sindaco ha chiesto l’intervento dell’esercito e poi a Villa Miari, dove non è mai stato reso noto il vero numero dei decessi per covid, nonostante la forte presa di posizione delle minoranze del Comune orsiano che in più occasioni hanno chiesto al sindaco Franco Balzi di rivelare apertamente i dati. Voci di popolo riferiscono di un forte stress da parte del primo cittadino, alle prese con un qualcosa di imponente, che queste commissioni di inchiesta, sia a livello di magistratura sia con la Regione Veneto che adesso ha ingranato la marcia, ora porteranno alla luce.

Ricordiamo che anche il Codacons, il mese scorso, ha presentato un esposto alla Procura di Vicenza, così come ha fatto in tutti i capoluoghi d’Italia, chiedendo lumi alla giustizia ordinaria su quanto avvenuto nelle Rsa e se c’è stato qualche errore umano che ha colposamente provocato qualche vittima. Ci vorrà tempo, ma si spera che gli eventuali colpevoli della strage silenziosa di innocenti vengano puniti.

Anna Bianchini

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia