Ore contate per chi, lavorando nella sanità pubblica del Veneto, non ha ancora fatto il vaccino anticovid e continua a lavorare. Come riporta Il Mattino di Padova, sarebbero circa 20mila gli operatori, a cui entro metà luglio verrà recapitata la diffida.

Come dichiarato dal manager Luciano Flor, ‘non si tratta di una caccia alle streghe’, ma in molti avrebbero ignorato i solleciti inviati dalle aziende sanitarie di appartenenza e non avrebbero fatto nemmeno la prima dose, continuando a circolare per i corridoi degli ospedali o di case di riposo. Medici, infermieri, oss pubblici e privati rischiano quindi di rimanere senza stipendio e le scuse per non vaccinarsi sarebbero state molteplici. Dal mancato ricevimento della pec che invitava a recarsi all’appuntamento, alla disdetta per i motivi più  ‘variopinti’.

Con le sospensioni si procederà verso la metà luglio. ‘Molte aziende sanitarie hanno già fatto le diffide – ha detto Flor sulle pagine del Corriere del Veneto – . C’è una legge e va rispettata. Qui ci sono responsabilità dirette. Oggi chi si ammala di Covid al lavoro è classificato come infortunio Inail, e se si ammala qualcuno perché non vaccinato? Ci saranno problemi di contenzioso ma c’è anche la sicurezza dei malati negli ospedali, abbiamo la responsabilità di tutelarli. Non è una guerra ai no vax, lavoriamo per la sicurezza di tutti’.

Codici: ‘bisogna ascoltare la protesta degli operatori sanitari, avanti con l’azione contro l’obbligo vaccinale’

Una protesta che non può e non deve essere ignorata. Questo il giudizio di Codici in merito alle contestazioni, che si stanno diffondendo con il passare dei giorni, da parte degli operatori sanitari nei confronti dell’obbligo del vaccino Covid19. Un’imposizione duramente criticata dall’associazione, che ha deciso di impugnare il provvedimento e, al tempo stesso, di avviare una campagna di assistenza legale per chi non ha intenzione di vaccinarsi.

“La sospensione ex lege dall’esercizio della professione sanitaria e dalla prestazione dell’attività lavorativa per i sanitari che non vogliono sottoporsi al vaccino è una decisione spropositata oltre che grave – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, perché da una parte nega la libertà di scelta dell’individuo e dall’altra non tiene minimamente conto delle ragioni che portano gli operatori sanitari a non vaccinarsi. Non si tratta di una battaglia no vax, ma di una posizione critica assunta da professionisti che invece di essere puniti andrebbero ascoltati dai vari Ordini dei Medici. Parliamo di vaccini approvati al termine di un iter particolare, che potremmo definire straordinario rispetto alle procedure tradizionali, e invece di tenerne conto, di considerare i fenomeni avversi che purtroppo continuano a registrarsi, si è deciso di rendere obbligatorio il vaccino, mettendo il personale sanitario di fronte ad un bivio: o corri il rischio o sarai sospeso. È semplicemente assurdo, oltre che profondamente grave ed ingiusto. Per questo abbiamo deciso di fornire assistenza legale a chi non vuole sottoporsi al vaccino Covid19, a chi chiede di poter scegliere liberamente a fronte di dubbi più che legittimi sulla vaccinazione, e per questo abbiamo deciso di impugnare l’ennesimo provvedimento calato dall’alto che ignora diritti basilari, come quello della libertà di scelta”.

 

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