Continua l’impegno dell’Ostetricia dell’ospedale di Santorso per un parto sempre più naturale, anche quando le condizioni della mamma o del feto rendono necessario il taglio cesareo: per la prima volta nell’Ospedale Alto Vicentino, infatti, è stata messa a punto una procedura che consente anche ai padri di essere presenti in sala operatoria, riuscendo così ugualmente a essere sempre accanto alla madre e assistere ai primi istanti di vita del bambino.

Abbiamo chiamato questa proceduta “taglio cesareo incentrato sulla famiglia” – spiega l Sara Fantinato, direttore sostituto dell’U.O.C. Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Santorso -, perché dopo i due anni di pandemia, durante i quali abbiamo comunque sempre garantito la presenza dei papà durante travaglio e parto vaginale e durante la degenza in ostetricia, possiamo ora offrire anche in caso di taglio cesareo l’esperienza migliore possibile alla famiglia nel suo insieme: la madre, il padre e il neonato”.

Non a caso la presenza dei padri durante il taglio cesareo è uno dei criteri che permette l’accreditamento come “Ospedale Amico del Bambino”, insieme ad altri accorgimenti e cure perinatali già presenti da tempo all’ospedale di Santorso.

A questo riguardo, va sottolineato che la presenza dei papà in sala operatoria si aggiunge ad altre metodiche innovative già applicate da tempo nell’Ostetricia di Santorso, che permettono il rispetto della nascita anche in caso di taglio cesareo: la particolare tecnica chirurgica utilizzata poco invasiva, il milking (ovvero la “spremitura”) del cordone ombelicale e il clampaggio tardivo, entrambe pratiche che favoriscono il passaggio di una quota di sangue dalla placenta al neonato e una transizione più fisiologica dalla condizione di feto e neonato. A questi accorgimenti ci aggiunge anche la pratica del contatto “pelle a pelle” tra mamma e neonato, non solo nei parti naturali ma anche in caso di cesareo.

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