Da una parte la Banca d’Italia, dall’altra la Consob. : la Commissione d’inchiesta si trasforma in ‘ring’. . Sono tornate in commissione, oggi,  per una specie di confronto all’americana.

A sferrare il primo colpo è la Consob. Nel corso dell’audizione, il direttore generale, Angelo Apponi ha rivelato che “nel 2013, in prossimità dell’aumento di capitale di Veneto banca, la Banca d’Italia inviò una lettera alla Consob in cui si segnalava che l’operazione sarebbe stata ”strumentale al perseguimento degli obiettivi del piano” dell’Istituto di credito e ”non escludeva eventuali acquisizioni che avessero avuto determinate caratteristiche”. Secondo la Consob, Bankitalia, che si dovrebbe occupare della stabilità delle banche, non segnalò alcun “problema di sofferenza”. E anzi – sottolinea Apponi – indicò che l’operazione era “strumentale a obiettivi previsti dal piano per effettuare eventuali acquisizioni coerenti con il modello strategico della banca salvaguardando liquidità e solidità”.

Il direttore generale della Consob affronta poi l’affaire’ Banca Popolare di Vicenza. E anche in questo il colpo è diretto: A seguito dell’ispezione effettuata da Bankitalia nel 2007, “la Consob – ha riferito Apponi in commissione – non ha ricevuto alcuna informazione sul prezzo delle azioni”. Al termine dell’ispezione, spiega, “ci è stata trasmessa unicamente la parte che riguardava l’operatività in derivati otc e discuteva delle condizioni in cui veniva fatta operatività dei derivati nei confronti di alcuni operatori professionali”.

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