E’ stata trovata senza testa la statua del Beato Bartolomeo nel tempietto del Colle di Santa Lucia a Breganze. I vandali dopo averla staccata l’hanno gettata a terra, poco lontano, in un campo del noto viticoltore Firmino Miotti.

Viltà e inciviltà perpetrate da mani ignobili, compiendo un atto sacrilego all’interno del sacello dedicato ai dispersi breganzesi in Russia durante il secondo conflitto mondiale, vegliati oltre che dalla statua di Beato Bartolomeo da un affresco di Santa Lucia. Un luogo tanto caro ai breganzesi ma aperto a tutti, grazie all’impegno del Gruppo Alpini di Breganze che dal 1982 lo ha in gestione per volontà delle famiglie Miotti e Saugo.

A fare l’amara scoperta pochi giorni fa un gruppo di ragazzi, in passeggiata sul colle che subito si sono prodigati a recuperare la testa, consegnandola a Firmino giunto poco dopo, restando basito ed amareggiato di fronte allo sfregio inferto alla statua. Subito avvertiti gli Alpini che hanno fatto la denuncia del caso, sebbene non sarà semplice risalire agli autori di questo brutto colpo al cuore di Breganze.
E ora? “Ora la sistemiamo come è giusto che sia – dichiara Luca Brian del Gruppo Alpini di Breganze – Stiamo valutando attentamente le spese che dovremo sostenere per restaurare la statua, perché un oltraggio di questo genere, oltre che indegno, è inconcepibile”. Pensando a come difendersi nel futuro: “Stiamo valutando un sistema di video sorveglianza, tutto dipende sempre dai costi – conclude Brian – Anche se la miglior soluzione sarebbe che queste cose non accadessero mai”.
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Ma non saranno soli gli Alpini di Breganze, al loro fianco l’amministrazione comunale, quanto meno per il restauro della statua: “Appena sono stata avvertita ho provato un grande senso di amarezza – dichiara il sindaco Piera Campana – E’ stato colpito un simbolo di Breganze e parteciperemo alle spese. Siamo a fine bilancio, con fondi già determinati per le varie associazione del paese tra le quali gli Alpini, ma daremo loro un contributo economico che di certo non sarà simbolico”.

Paola Viero

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