Chiude con grande soddisfazione degli organizzatori la rievocazione storica firmata Cogollo del Cengio che domenica ha popolato il ‘sacro monte’ di soldati, accampamenti, ospedali da campo, muli e crocerossine, un tempo realtà della prima guerra mondiale e ancor visibili nelle ferite del territorio.

 

Gli appassionati racconti di un gruppo di storici del paese, proprio loro ad essere oggi in prima linea ed aver preparato per Cogollo un evento degno di nota, hanno accompagnato le comitive durante il loro tour dei luoghi più significativi del fronte italiano e degli attacchi austriaci, i cui soldati sono stati rappresentanti con la stessa fedeltà storica, senza scendere a patti con ormai vuoti campanilismi.

 

Si è parlato sì di battaglie, prigionieri, feriti e trincee, ma sempre mantenendosi volutamente distanti da una certa retorica bellica, e dando ai visitatori la possibilità di capire secondo un’ottica più critica quello che fu un periodo di sofferenza per gli uomini, vincitori, vinti e popolazione civile, tutti accomunati dalla stessa necessità di sopravvivere.

 

A conclusione delle visite, tra le quali, immancabile, quella del famoso ‘salto del granatiere’, i turisti si sono fermati per il ‘rancio del soldato’ proposto dal ristorante al Granatiere per pranzo, mentre nel pomeriggio è stata celebrata la messa da Don Luigi Gatto in ricordo di tutti  quelli che hanno preso parte ai tragici fatti.

 

 

Marta Boriero

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia