Tempi duri per i fumatori. Liberate le scuole dal fumo, ora tocca all’ospedale: parola del Direttore Generale della Ulss 4 Alto Vicentino, Daniela Carraro, che ha organizzato un convegno a Santorso per illustrare le modalità con cui tutti i dipendenti e frequentatori dell’azienda ospedaliera

verranno motivati, spinti per così dire, alla progressiva eliminazione del vizio del fumo. L’incontro si è svolto il 21 maggio scorso, alla presenza di esperti di tabagismo e dei referenti scolastici, ed è stata una sorta di passaggio di consegne: conclusione formale del progetto di prevenzione “Scuola libera dal fumo” e presentazione di “Azienda libera dal fumo”, che coinvolgerà appunto tutto il personale dell’Ospedale Alto Vicentino, nonché i suoi frequentatori, con l’obiettivo di diminuire se non di eliminare i fumatori tra gli operatori sanitari. “E di affermare il valore dell’Ospedale – come spiega la dottoressa Carraro – come ambiente non solo di diagnosi e cura ma di promozione della salute”. La stessa Carraro fin dal suo insediamento ha voluto di fronte all’ingresso principale una struttura coperta per “emarginare” i fumatori, struttura innovativa che esiste in un solo altro ospedale europeo, a Copenaghen. “Mi auguro che il personale aderisca numeroso e di buon grado all’iniziativa” – ha concluso la Carraro. L’entrata in vigore del nuovo regolamento sul fumo per la Ulss 4 è prevista per il 31 maggio, in concomitanza con la “Giornata Mondiale Senza Tabacco”.

Tornando al fumo nelle scuole, il monitoraggio della popolazione in età studentesca in Veneto rivela che il 60% degli studenti ha fumato la prima sigaretta entro i 15 anni, mentre il 20,7% dei diciottenni fuma da 1 a 10 sigarette al giorno. In questo contesto si è inserito, ormai dieci anni fa, il progetto “Scuola libera dal fumo” nel quale sono progressivamente confluiti tutti i progetti anti-tabagismo attivi dalla fine degli anni ’90, senza peraltro poter vantare successi misurabili. Si è lavorato molto per tradurre gli aspetti educativi in azioni comportamentali concrete: gli adulti che lavorano nella scuola erano e tuttora sono chiamati a dare l’esempio. In questo senso, prima dell’intervento della legge Sirchia, si è registrato anche un parziale insuccesso nella scuola dell’obbligo, dove uno zoccolo duro di adulti fumatori ha fermato al 55% le adesioni delle scuole dell’obbligo “libere dal fumo”. Tanto che alla fine il progetto era stato sospeso proprio per non disperdere risorse. Diversa è stata l’adesione negli Istituti Superiori dove, con una programmazione partecipata ed adattando la proposta ai diversi contesti scolastici, si è raggiunto già nel 2009 il 100% di istituti “smoke free”. Inizialmente sono state create delle aree per fumatori che progressivamente sono state totalmente eliminate all’interno degli edifici e, in rari casi di presenza di fumatori con elevata dipendenza da nicotina, mantenute ma spostandole nelle pertinenze esterne della scuola. A proposito del fumo nei cortili scolastici, e perché nessuno lo consideri innocuo: è stato riportato che dal monitoraggio degli studenti fumatori al di sotto dei 16 anni è risultato che i cortili della scuola erano non solo il luogo dove i ragazzi avevano imparato a fumare, ma anche quello in cui potevano fumare tranquillamente sotto gli occhi degli adulti, cosa che non erano autorizzati a fare a casa propria. Oggi non è più così.

Chiara la soddisfazione per il risultato conseguito espressa negli interventi del Dottor Carmelo Brigadeci (del Dipartimento di Prevenzione), e dei professori Silvio Grotto e Francesco Crivellaro,  Dirigenti Scolastici Coordinatori del progetto per gli Istituti Superiori dell’Alto Vicentino. Nella sua relazione il professor Crivellaro ha sottolineato tre punti chiave del successo conseguito: l’importanza di fare rete, condividendo gli obiettivi e coordinando tra loro famiglia, scuola ed Ulss; il legame virtuoso che si è creato tra l’azione formativa e quella normativa: non fumo a scuola perché me lo impone la legge (normativa) ma soprattutto perché so che nuoce alla salute (formazione); e infine la capacità di individuare autonomamente aree di rischio e di prevenire con azioni mirate la normativa stessa: è stato questo il caso della costituzione di aree libere dal fumo nelle pertinenze anche esterne delle scuole, liberazione dei cortili scolastici dal fumo e messa al bando della sigaretta elettronica.

 Olga Bulian

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