Le condizioni meteo di questo periodo, caratterizzate da bel tempo e temperature miti che durano ormai da settimane, con irruzione in questi giorni di un forte vento di Foehn, possono dare l’errata percezione di condizioni primaverili della montagna, incoraggiando escursioni senza l’adeguata attrezzatura e la dovuta attenzione. A testimonianza di un approccio quantomeno superficiale di molti escursionisti, alcuni recuperi effettuati anche di recente con avventori in vetta sul Priaforà senza la giusta dotazione e scarpe da ginnastiche idonee sì, ma per lo shopping in centro città.

In realtà in quota le temperature sono ancora rigide, soprattutto nei quadranti settentrionali dove è ancora presente uno strato di neve e, durante la notte, la temperatura scende tranquillamente sotto lo zero mantenendo i terreni gelati a nord o rigelando i residui di neve ancora presenti che durante il giorno fondono al sole.

In queste condizioni i sentieri, alternando tratti ancora innevati a tratti apparentemente sgombri da neve possono riservare sgradite sorprese, soprattutto dove la via è ricoperta da uno strato di foglie che nasconde probabili lenti di ghiaccio o, semplicemente, il terreno stesso ancora pericolosamente gelato.

Occorre infatti ricordare che, nonostante le condizioni meteo particolari, siamo ancora in pieno inverno e quindi le giornate sono relativamente brevi e le temperature possono scendere repentinamente al tramonto del sole o all’incontro con venti sostenuti: a tal proposito va ricordato che il Foehn, nonostante dia una sensazioni di tiepidità, è in realtà un vento freddo che irrompe da nordest e che si ‘riscalda’ per attrito scendendo nelle nostre valli  una volta superato l’arco alpino, provocando in quota un effetto raffreddamento ‘windchill’ tanto più percepibile quanto più forti sono le raffiche.

“Le escursioni vanno preparate” – spiega Giovanni Busato fresco di nomina alla vicepresidenza del Soccorso Alpino Veneto per il terzo mandato consecutivo  – “tenendo presente che siamo ancora in inverno quindi con abbigliamento adeguato (giacca, guanti, berretto); i sentieri poi vanno scelti con la consapevolezza di cosa si affronta e, di conseguenza, adottando la giusta attrezzatura, di norma per la stagione, scarponi pesanti o perlomeno definiti ‘ramponabili’ e, necessariamente, nello zaino i ramponi.

Va detto che ‘catenelle’ e ‘ramponcini’ sono adatti a percorsi pianeggianti e poco sconnessi, dove possono essere utili abbinati ai bastoncini: su sentieri sconnessi e ripidi, specialmente nei tratti in traversata, vanno obbligatoriamente utilizzati i ramponi classici che, fissati diligentemente ad adeguati scarponi, consentono una movimentazione sicura.

Dove il percorso è prettamente innevato e presenta tratti ripidi, magari fuori dal sentiero, è bene dotarsi di una piccozza e, preferibilmente imparando a priori le tecniche di arresto con questi attrezzi in caso di scivolata.

Nel scegliere l’escursione è bene raccogliere tutte le informazioni necessarie su lunghezza, esposizione, difficoltà tecniche, sviluppo, dislivello, quindi consultare il bollettino meteo e, soprattutto calibrare l’impegno tecnico e fisico richiesto dal percorso con le proprie capacità e soprattutto con quelle dei propri compagni.

Utilissima sul cellulare – ormai tutti sono dotati di smatrphone – un’app topografica come Georesq (CAI-CNSAS) la quale permette di avere le coordinate del luogo ma anche di tracciare il percorso fatto e, non ultimo, di attivare i soccorsi in caso di necessità.

Ultimo aspetto, ma molto importante al pari della migliore attrezzatura e del più tenace degli allenamenti, è utilizzare il buon senso di chi si muove in montagna osservando il territorio, facendo attenzione a tutti i segnali che la montagna ci invia per evitare di finire in situazioni di pericolo che spesso si trasformano in incidenti o peggio in tragedie.

Per gite in ambiente innevato, con il DL 28/02/2021 n.40 si dispone che dal 01/01/2022 ‘…in particolari ambienti innevati, laddove per le condizioni nivometeorologiche sussistano rischi di valanghe..’ è obbligatorio dotarsi di Artva, pala e sonda.

Diventa quindi fondamentale la consultazione dei bollettini valanghe che danno periodicamente il grado di rischio (su 5 livelli): la  norma, come spesso accade quando il legislatore si spinge sui monti, è talmente generica che, se i gradi 3/4/5 di rischio sono evidentemente soggetti, in realtà pure nei gradi 1 e 2 sussistono rischi di valanghe benchè più remoti quindi, lascerebbe intendere che i dispositivi siano obbligatori dovunque vi sia neve dall’emissione dei primi bollettini valanghe.

Attenzione: la norma evidentemente non comprende solo gli scialpinisti ma anche ciaspolatori e, più in generale, tutti coloro i quali frequentano l’ambiente innevato: anche qui il buon senso dell’utente assieme a quello del controllore farà la differenza”.

M.Z.

 

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