“Non esiste uomo d’impresa che inizia una costruzione e la lascia a metà”. Stefano Fracasso, dal palazzo della Regione Veneto, ha preso carta e penna per rispondere agli imprenditori che qualche giorno fa avevano scritto a Luca Zaia e a Matteo Renzi una lettera nella quale manifestavano grande preoccupazione che la superstrada a pagamento Pedemontana Veneta possa rimanere incompiuta, sfregiando in pratica il territorio.

“Un blocco ai lavori sarebbe un grave danno e dobbiamo evitarlo – ha commentato Stefano Fracasso,  consigliere regionale del Pd – ma è altrettanto necessario verificare di chi siano le colpe di aver firmato un contratto che rischia di ricadere sulle spalle dei cittadini”.

E Fracasso punta il dito dritto verso Giancarlo Galan e Luca Zaia, rispettivamente ex e attuale governatore della Regione Veneto. FracassoColpevoli, a dire di Fracasso, il primo di aver approvato un contratto di project financing che non prevede garanzie economiche sufficienti e che tutela troppo la parte privata e il secondo per averlo rinegoziato nel 2013.

“Condivido le vostre preoccupazioni – ha scritto Fracasso – Vedo quotidianamente i cantieri e conosco l’iter di approvazione di quest’opera, concepita più di 20 anni fa. Il blocco dei lavori sarebbe una disdetta per il territorio per la viabilità veneta, per gli espropriati che ancora attendono gli indennizzi e rischierebbero di non vederli più, per le aziende impegnate nei lavori e le loro maestranze. Dite che ognuno deve fare la sua parte perché non esiste uomo d’impresa che inizia una nuova fabbrica e la lascia a metà. Vi siete chiesti quindi perché sia stata iniziata questa nuova fabbrica senza una garanzia di finanziamento? Avreste mai firmato un contratto così? E, da imprenditori, come valutereste il tasso d’interessi dell’8% per un bond emesso da JP Morgan per finanziare l’opera?” Domande provocatorie, che celano una sola risposta logica: nessun imprenditore sano di mente avrebbe siglato un simile contratto.

PedemontanaFracasso spiega poi che il Pd, capitanato in regione dalla vicentina Alessandra Moretti, si è fatto carico di coinvolgere il governo. “Ma non si possono tacere le cause dei gravi problemi che stanno compromettendo il completamento dell’opera e che non nascono a Roma, ma sono tutte dentro un contratto scritto, approvato, firmato e rinegoziato a Venezia. Va chiesto a chi governa il Veneto da Venezia – ha concluso – il perché di questo contratto”.

Anna Bianchini

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