“Sulla Pedemontana il Presidente Zaia continua a non rispondere, ma se non si inseriscono nell’accordo le opere complementari sarà fallimento tecnico-economico della Regione”. Così i Consiglieri regionali tosiani Maurizio Conte, Giovanna Negro, Andrea Bassi e Stefano Casali tornano nuovamente sulla Superstrada Pedemontana Veneta.

“O Zaia riesce ad inserire nel nuovo accordo con SIS le opere complementari previste nel progetto originario – dichiarano i Consiglieri – o porteremo al fallimento la nostra Regione. Quella di non rispondere sembra ormai un’abitudine per il Presidente Zaia, ma è quanto mai necessario andare a rinegoziare il contratto, già messo pesantemente in dubbio da Cassa Depositi e Prestiti, perché senza le opere complementari la Superstrada Pedemontana Veneta non è funzionale, non riuscirebbe a generare traffico sufficiente a coprire i costi e i rischi e in caso di mancanza di traffico i soldi mancanti li dovrà mettere la Regione”.
“Un insuccesso – aggiungono – che porterebbe il bilancio del Veneto direttamente al fallimento, perché si troverebbe a dover pagare parecchi milioni di euro di penali ogni anno. Il costo per le opere complementari, cioè le interconnessione della SPV con le strade esistenti nel territorio circostante, è di circa 200 milioni di euro. Due esempi: la realizzazione della bretella tra la Sr 53 Vicenza-Treviso e il casello di Cassola o lo svincolo di Breganze per la interconnessione alla Complanare”.
“Renzi e il Governo vogliono che la Pedemontana venga realizzata? – concludono i tosiani – Si attivino perché si costruiscano le opere complementari strategiche su quella strada. Diversamente, non ci andrà nessuno. Questo è un aspetto fondamentale perché gli investimenti collegati alla SPV stanno alla base dei flussi di traffico previsti nel project financing e quindi alla sostenibilità di questa fondamentale opera veneta”.

 

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