Dopo la stangata al maiale macellato in casa, è adesso il turno degli ‘osei’ accompagnati dalla leccorniosa ‘poenta onta’. La legge che impone ai ristoranti il divieto di proporre spiedo di uccelli risale al 1992 e si rifà alle normative sulla caccia, ma ultimamente ha ripreso vigore proibendo in via definitiva l’acquisto e la vendita di volatili anche provenienti da fuori Italia. Solo alcune specie di pennuti potrà continuare ad allietare i palati dei buongustai, tra cui pernice rossa, germano reale, starna, colombaccio e fagiano, ma i tradizionali ‘osei’ da adesso non si mangiano più.

 

Il Gruppo Ristoratori della Pedemontana Vicentina non ha fatto attendere il suo commento e, affilando le armi, è scesa sul piede di guerra. Il tutto perché, a causa di questo divieto, molti ristoratori specializzati che hanno fatto dei pennuti il loro piatto forte, si sono ritrovati a veder crollare le prenotazioni con conseguente minore necessità di personale di sala.

‘Poenta e osei’ è infatti un piatto tipicamente vicentino e sono proprio i ristoratori della Pedemontana Vicentina ad esserci rivolti a Confcommercio per chiedere a gran voce al Parlamento che la normativa venga, se non del tutto cancellata, almeno grandemente alleggerita.

Anche Costantino Toniolo, Consigliere Regionale e leader di Nuovo Centro Destra, non ha accolto di buon grado il rinvigorimento della normativa e ha commentato: “E’ una follia impedire ‘poenta e osei’ nei locai vicentini e veneti, così facendo si mettono a rischio tante imprese della ristorazione e parecchi posti di lavoro”. Dopo la presa di posizione anche nel caso del divieto alla macellazione in casa del maiale imposta settimane fa dall’Ulss 4, Toniolo scende ora in campo per tutelare un’altra forma di economia locale che ritiene importante e fortemente specifica del territorio.

“Stiamo parlando di un piatto tradizionale sul quale nei decenni si è sviluppata un’economia vera e propria – ha spiegato – La normativa arriva da Roma dove, ancora una volta, hanno dimostrato di non tenere conto delle specificità territoriali e di non essere in grado di fare i giusti distinguo per tutelare l’economia. E’ assurdo – ha continuato – che si possano cacciare gli uccelli ma che poi non si possano cucinare in un locale pubblico. Mi sto muovendo per verificare cosa può fare la Regione e sono convinto che con un buon lavoro di squadra vinceremo la battaglia per difendere ‘poenta e osei’ così come abbiamo vinto quella sulla macellazione del maiale. Sembrano temi leggeri e goliardici – ha concluso Toniolo – ma la nostra economia passa anche per le tradizioni e va a riguardare numerosi posti di lavoro”.

 

Anna Bianchini

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