Ha tentato di ammazzare il rivale in amore, ma ha diritto ad una casa popolare.

La notizia sta sollevando un polverone a Schio dove, alla faccia di chi si comporta bene senza che gli venga mai riconosciuto nulla, sembra essere ‘premiata’ una persona che di sicuro non ha le caratteristiche del gentiluomo.

Tra le duecentocinquanta richieste di alloggi popolari, a guadagnare la prima posizione nella fascia ‘b’ (che rientra nell’area sociale), è stato Jilali Akil, 54enne marocchino che giusto la settimana scorsa è stato portato in carcere con l’accusa di tentato omicidio di un suo connazionale. Ora l’uomo è detenuto in carcere, ma la moglie e la figlia godranno del diritto acquisito dall’uomo e potranno disporre dell’alloggio.

Sono tanti i requisiti per accedere al bando di assegnazione della casa popolare, ma evidentemente, la fedina penale, per quanto sporca possa essere, non costituisce un ostacolo.

Un caso simile era successo per Lucia Helt, matriarca della famiglia di nomadi il cui nome era coinvolto in svariati reati, tra i quali un omicidio. In questo caso, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Valter Orsi ha dato l’avvio ad un iter di revoca dell’assegnazione dell’alloggio.

Nel caso di Akil, si potrebbe prospettare un percorso simile. Sarà in ogni caso la commissione regionale a ‘tagliare la testa al toro’ e decidere se il marocchino potrà rimanere intestatario dell’alloggio o se sussistono motivi validi per non dare la casa all’uomo e alla sua famiglia.

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