Se il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso contro la decisione del Tar veneto di sospendere il calendario venatorio regionale è perchè i massimi giudici della giustizia amministrativa non sono voluti “entrare nel merito delle questioni, piegandosi ingiustamente alle pressioni indebite degli animalisti”. Ne sono convinti le associazioni dei cacciatori Fidc, Anlc, Anuu, Enalcaccia, Italcaccia, Arcicaccia, Cacciatori italiani, Cpa che rivendicano di rappresentare l’80% delle doppiette del Veneto. Il Consiglio di Stato ha dato ragione al Tar del Veneto sul ricorso della Lac-Lega abolizione caccia: la deroga regionale che prevedeva di aggiungere al calendario venatorio ulteriori due giornate di caccia settimanali da appostamento alla fauna migratrice, oltre alle canoniche tre settimanali previste dalla normativa statale, è stata definita illegittima. In pratica, ribadendo che in materia di tutela della fauna selvatica bisogna rispettare le leggi comunitarie e nazionali, oltre ai pareri dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) dati al calendario venatorio. I cacciatori avevano già manifestato contro il verdetto del Tar e ora hanno chiesto, dicono, un nuovo incontro all’assessore regionale Cristiano Corrazzari. “L’assessore ha informato i dirigenti venatori che, avendo già acquisito un parere da parte di Ispra sulle giornate integrative da effettuarsi nei mesi di ottobre e novembre, porterà in approvazione una delibera nel rispetto del parere di Ispra”, riferiscono le associazioni dei cacciatori.
Comunicato Stampa (foto generica di una protesta)