Una scuola che ‘riparte’ dalla volontà di abbattere anche fisicamente muri e barriere per ritrovare una dimensione fatta di essenzialità e di contatto con la natura.

Da questi presupposti, parte la rivoluzione a basso impatto infrastrutturale ma ad alto coinvolgimento emotivo che il dirigente scolastico Cristiano Rossi –  di ruolo presso gli istituti di Carrè, Chiuppano Zanè oltre che al ‘Mario Rigoni Stern’ di Asiago – ha voluto proporre ai docenti e ai loro ragazzi con al creazione di aule didattiche a cielo aperto.

“L’idea nasce in realtà da lontano” – commenta il Dirigente – “dalla volontà di dare una dimensione diversa e nuove prospettive di approccio allo studio: tutto deriva da esperienze passate dove anche in assenza di arredi e strutture accompagnavamo i ragazzi all’esterno e lì facevamo lezione”.

Poi l’accelerazione imposta dalla situazione pandemica con alcuni docenti che già uscivano all’esterno pur di avere quei spazi e quella possibilità di svolgere a pieno materie che diversamente erano penalizzate: “In effetti” – continua Rossi – “suonare e cantare al chiuso era un problema, parzialmente mitigato da questo escamotage. Ma non solo gli insegnanti di musica: da quando ne parlai, non è stato inusuale che le classi a rotazione andassero fuori, le prima volte anche solo con dei cuscini pur di stare all’aperto”.

Questo fino a qualche giorno fa, quando ai mezzi di ‘fortuna’ si sono sostituiti veri e propri arredi che si sono subito integrati come un nuovo laboratorio accanto ai vari plessi: “Un laboratorio frequentatissimo” – commenta sorridendo il Dirigente scolastico – “accolto con grande entusiasmo da tutti, genitori compresi. Una scuola che si apre verso l’esterno, è per noi un grande traguardo: bellissimo anche che chi passa davanti alle scuole, veda i ragazzi intenti nelle loro lezioni, cosa che dentro le mura di una classe non è mai stata possibile. Per tutto questo sono grato anche alla sinergia ottenuta con le varie amministrazioni comunali che da subito hanno favorevolmente creduto nell’innovazione proposta. Stiamo valutando anche altri progetti, prevalentemente legati a recupero di spazi esterni, sempre in un’ottica di miglioramento che poi impatta positivamente anche sulla socialità e sulle relazioni”.

Una sfida vinta anche sul piano ecologico: gli arredi provengono da alberi delle nostre montagne, abbattuti dalla tempesta Vaia dell’ottobre 2018.

Legname che poteva andare disperso e che oggi invece rinasce come supporto di un’aula: la solidità e il valore di un materiale come metafora del valore formativo degli studi, base imprescindibile per la generazione del domani.

Marco Zorzi

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