Ancora vittime sul lavoro e ancora incrementi drammatici per le morti sul lavoro in Veneto. Nei primi sette mesi del 2022 sono 60 le vittime sul lavoro: 39 hanno perso la vita “in occasione di lavoro” e 21 “in itinere”, cioè nel percorso da casa alla sede di lavoro. Lo scorso anno a fine luglio erano 53 in totale. Sono dunque 7 decessi in più del 2021. E il Veneto si conferma al 2° posto nella graduatoria nazionale, insieme all’Emilia Romagna, per numero di decessi in occasione di lavoro dopo la Lombardia (60). Sono 412 in tutto il Paese.
Un’emergenza regionale che colloca il Veneto purtroppo ancora in zona arancione nella mappatura dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre.
“La situazione è a dir poco allarmante per la nostra regione – sottolinea Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre – perché, al di là dei valori assoluti, il posizionamento del Veneto in zona arancione ci dice che il rapporto tra infortuni e popolazione lavorativa è superiore alla media nazionale. È sconfortante anche il dato in termini di numeri assoluti, che ci colloca in seconda posizione a livello nazionale in questa triste e drammatica classifica. Continuiamo a contare numerose vittime e va pure considerato che in questi numeri sono quasi completamente spariti gli infortuni mortali per COVID. Ciò fa concludere che gli incidenti mortali accaduti durante il lavoro, esclusi quindi i casi COVID, sono aumentati ancor di più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”.
Per agevolare la lettura dei dati sul rischio di morte sul lavoro, l’Osservatorio mestrino ha ideato ed elaborato la mappatura del rischio di morte sul lavoro, dividendo l’Italia a colori proprio alla stregua della mappatura utilizzata durante l’emergenza pandemica.
La zona arancione, quella in cui rientra il Veneto, è la fascia che – dopo la rossa – raggruppa le regioni con l’incidenza tra le più alte per gli infortuni mortali sul lavoro e dunque superiore alla media nazionale.
Da gennaio a luglio 2022, infatti, il Veneto ha un’incidenza infortunistica di 18,7, compresa tra il valore medio nazionale (18,3 morti sul lavoro ogni 1.000.000 di occupati) ed il 125% dell’incidenza media nazionale.
E, anche a fine luglio 2022, buona parte delle province venete si trovano in zona rossa, ad eccezione di Padova e Treviso che sono nella più virtuosa zona bianca. Belluno la provincia veneta in cui i lavoratori rischiano di più (indice di incidenza pari a 35 contro una media regionale di 18,7). Seguono: Rovigo (32,3), Verona (27,2), Venezia (23), Vicenza (21,4). A Padova scende a 10,4 e a Treviso a 5,1.
Per quanto riguarda il numero dei decessi in occasione di lavoro nei primi sette mesi del 2022 sono 39 e vengono rilevati in provincia di: Verona (11), Vicenza e Venezia (8), Padova (4), Belluno e Rovigo (3), Treviso (2).
INFORTUNI TOTALI (MORTALI E NON) DA GENNAIO A LUGLIO 2022
Nei primi sette mesi dell’anno crescono del 34,5% le denunce di infortunio totali: erano 39.177 a fine luglio 2021, sono 52.691 nel 2022. Attività manifatturiere, Sanità, Trasporti e Costruzioni sono i settori più colpiti.
Alla provincia di Treviso la maglia nera in regione per il più elevato numero di denunce totali di infortunio: 10.410. Seguono: Vicenza (10.270), Verona (9.715), Venezia (9.579), Padova (8.758), Belluno (2.098) e Rovigo (1.861).
Infine sono 21.564 le denunce delle donne lavoratrici e 31.127 quelle degli uomini.
L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa.