Serviranno 500 milioni di euro per garantire l’acqua pulita nei comuni della zona rossa dei Pfas, nelle province di Vicenza, Verona e Padova.

L’impegno arriva dal ministero dell’Ambiente in risposta all’interrogazione presentata dall’onorevole Ermete Realacci (PD): andranno rifatti gli acquedotti per prelevare acqua a ‘zero-Pfas’ da nuove fonti, oltre ad un monitoraggio puntuale a livello regionale e nazionale.

A distanza di 4 anni dallo scoppio dello scandalo Pfas in Veneto, che sta interessando 350 mila persone, dalle risposte del ministro dell’Ambiente Gianluca Galetti emerge una negligenza da parte della Regione Veneto, rea di aver sottovalutato i dati raccolti negli anni dall’Arpav oltre ad aver lasciato inascoltato l’allarme lanciato dal Cnr.

Nel frattempo in Veneto si attende ancora il finanziamento per la bonifica delle aree contaminate dal versamento delle sostanze perfluoroalchiliche che, non solo ha messo a rischio la salute dei veneti, ha messo a repentaglio gli agricoltori e gli allevatori,  risultati fra i più esposti  secondo lo studio di biomonitoraggio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). A rischio non solo la loro salute ma anche  le loro attività, prive della garanzie che l’acqua prelevata dai pozzi ed utilizzata per irrigare le campagne e abbeverare gli animali fosse davvero potabile, mentre i valori dei Pfas rilevati andavano oltre la soglia massima prevista per legge.

P.V.

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