“Grave creare allarme  con ricerche parziali ed incomplete”, così reagisce duramente la Miteni allo studio degli epidemiologi Enzo Merler e Paolo Girardi dell’università di Padova e Verona. Nel loro studio presentato al simposio pfas a Venezia si rilevava tra il personale della Miteni una mortalità superiore alla media per tumore al fegato, alla vescica, al rene oltre a diabete e ipertensione.

“Leggiamo sulla stampa conclusioni errate e infondate a cui sarebbe giunto lo studio presentato ieri dal dott. Enzo Merler, affermazioni che stanno provocando grande preoccupazione tra i lavoratori di Miteni –  continua l’azienda di Trissino – Già da una prima analisi del documento appare del tutto evidente che i dati non esprimono quanto riportato. I risultati indicati si collocano in una variabile che comprende la parità tra dato atteso e dato riscontrato e non è pertanto giustificata alcuna conclusione circa una più elevata mortalità e tantomeno l’identificazione di patologie correlate all’ esposizione da pfas, sulla base di quanto descritto.
E’ opinione dell’azienda che sia del tutto inappropriata questa continua diffusione di dati che dagli stessi autori sono considerati preliminari, non conclusivi  e incompleti a fronte di studi attendibili, pubblicati e validati dalla comunità scientifica che esprimono quasi univocamente conclusioni diverse.
Appare evidente inoltre che non è corretto confrontare i lavoratori dell’industria con la popolazione intera del Veneto che è composta da stili di vita e territori molto diversi.

Seguendo lo schema dei risultati illustrati dallo studio bisognerebbe affermare anche che i lavoratori Miteni sono protetti dal tumore al polmone e dalle malattie ischemiche cardiache poiché la diminuzione di queste patologie è uguale all’aumento di altre che vengono invece definite preoccupanti.
I risultati non solo non dicono quanto riportato ma è altrettanto evidente che con numeri così piccoli un singolo malato in più o in meno cambia completamente il risultato, e questo peraltro in assenza di qualsiasi analisi dei fattori di confondimento o di altre esposizioni, come peraltro esplicitato dallo stesso relatore.Le conclusioni non rispettano elementari regole scientifiche della statistica tra impostazione e conclusioni e creano allarme senza alcun motivo”.

Paola Viero

 

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia