“Rispetto al caos totale dell’anno scorso questo inizio di anno scolastico si presenta con condizioni di organico decisamente migliori, anche se l’iniziativa del governo sui vaccini ha generato molta confusione e il fabbisogno di posti di personale tecnico e amministrativo e di personale docente rispetto alle reali esigenze del Veneto resta una criticità”. Questa la valutazione di sintesi dell’assessore regionale alla scuola sull’apertura del nuovo anno scolastico in Veneto, alla luce dei dati più recenti elaborati dall’Ufficio scolastico regionale su numero di iscritti, classi e docenti in cattedra nelle scuole del Veneto.
“Lavoreremo con le università del Veneto affinchè si organizzino per formare tutti gli insegnanti di cui abbiano bisogno”, promette l’assessore annunciando che nelle prossime settimane intende affrontare la questione con il Comitato regionale di coordinamento delle università del Veneto.
“Resta inoltre aperta – aggiunge l’assessore – la grave situazione dei presidi: troppe reggenze, nonostante le ripetute sollecitazioni, alle quali il governo non ha dato risposta”.
Il calo demografico
Domani in Veneto gli studenti e gli alunni che torneranno sui banchi di scuola saranno 598.924: 5.314 in meno rispetto allo scorso anno. Il calo demografico delle iscrizioni (più evidente nella scuola primaria e nella materna) si riflette sul numero di classi (28.310, cioè 146 in meno rispetto allo scorso anno) e decomprime il fabbisogno di docenti: quest’anno gli insegnanti in Veneto, dalla scuola d’infanzia statale a quella di secondo grado, saranno 48.177, in aumento di 119 unità rispetto all’organico dello scorso anno.
Il problema del sostegno
Resta invece ancora aperta la questione del numero degli insegnanti di sostegno: aumentano degli alunni con disabilità certificate (quest’anno sono 16.424, 262 in più dello scorso anno) e i 648 docenti posti in più autorizzati dal Ministero per il sostegno non riescono a colmare il fabbisogno complessivo. Inoltre il Veneto (come il resto d’Italia) sconta un deficit nella programmazione del numero di insegnanti abilitati al sostegno che escono dal sistema universitario: quest’anno l’Ufficio scolastico regionale ha potuto coprire con docenti abilitati solo il 10 per cento dei posti di sostegno autorizzati dal Ministero.
Carenza di bidelli e amministrativi
Quanto al personale tecnico amministrativo, i 15.639 operatori, tra bidelli, segretari e tecnici in servizio nelle scuole venete risultano essere in numero insufficiente, nonostante il calo demografico degli alunni. Per mantenere aperti tutti i plessi scolastici e garantire una buona gestione di tutti i laboratori e le segreterie di istituto servirebbero, infatti, almeno 200 posti in più.
Infine, mancano in Veneto 210 presidi: la mancata indizione del concorso per dirigenti scolastici e l’avvenuto esaurimento di tutte le graduatorie costringe la maggior parte degli istituti a reggenze ‘a scavalco’.