RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

I docenti del Liceo delle Scienze Umane e del Liceo Socio-economico “Arturo Martini” di Schio intendono rispondere con questa lettera aperta all’articolo di stampa uscito giovedì 1 febbraio 2018 nel quotidiano nazionale ‘Il Giornale’, articolo in cui si dà voce, senza controparte, al signor Alex Cioni, portavoce del Comitato di Schio Prima Noi il quale senza mezzi termini insulta il nostro lavoro quotidiano, la nostra professionalità,e attacca non solo la nostra, ma tutta la scuola italiana nella sua funzione educatrice accusandola di essere una istituzione di indottrinamento,fatta di presidi e insegnanti”prezzolati”.

La ragione di tanto rancore diffamatorio sarebbe dovuta ad una delle tante attività programmate dall’Istituto e che ha visto i nostri studenti e studentesse delle classi quarte e quinte impegnati nella mostra-installazione dal titolo ‘Sospesi’. Nei passi di un migrante in collaborazione con l’Associazione “II mondo nella città”, le cooperative “Samarcanda”,”Nova”,”Comunità Servizi”, “Entropia” e con la collaborazione del Comune di Schio ospitata presso il palazzo Toaldi-Capra aperta al pubblico dal 30 gennaio al 5 febbraio.
Noi docenti facciamo presente che è compito di un liceo delle scienze umane fornire agli allievi gli strumenti per comprendere”il concetto di cittadinanza(italiana ed europea),in una dimensione di relazioni fra popoli e approfondire il tema della dignità della persona umana,delle migrazioni e dei crimini contro l’umanità ( Indicazioni nazionali Miur).
Al termine del percorso liceale “lo studente deve saper operare con i linguaggi propri delle scienze umane nelle molteplici dimensioni attraverso le quali l’uomo si costituisce in quanto persona e come soggetto di reciprocità e di relazioni: l’esperienza di sé e dell’altro, le relazioni interpersonali, le relazioni educative, le forme di vita sociale e di cura per il bene comune, le forme istituzionali in ambito socio-educativo, le relazioni con il mondo delle idealità e dei valori” ( Indicazioni nazionali Miur ). L’insegnamento pluridisciplinare delle scienze umane, da prevedere in stretto contatto con la filosofia, la storia, la letteratura,deve mettere lo studente in grado di “acquisire le competenze necessarie per comprendere le dinamiche proprie della realtà sociale, con particolare attenzione ai fenomeni educativi e ai processi formativi formali e non, ai servizi alla persona, al mondo del lavoro, ai fenomeni interculturali e ai contesti della convivenza e della costruzione della cittadinanza” ( Indicazioni nazionali Miur ).
Tra i temi del quinto anno centrale è la questione della formazione alla cittadinanza e dell’educazione ai diritti umani, dell’educazione e la formazione in età adulta e i servizi di cura alla persona;dell’educazione in prospettiva multiculturale; – il progetto si inserisce pienamente nella promozione di un orientamento pedagogico interculturale, in linea con l’approccio utilizzato da tempo dalla scuola italiana e delineato nel documento” La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri”, pubblicato dal Ministero dell’Istruzione nell’ottobre del 2007. Adottare la prospettiva interculturale, la promozione del dialogo e del confronto tra culture, significa non limitarsi soltanto ad organizzare strategie di integrazione degli alunni immigrati o misure compensatorie di carattere speciale.
Insegnare in una prospettiva interculturale vuoi dire piuttosto assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola, occasione privilegiata di apertura a tutte le differenze. Tutto ciò peraltro si iscrive in un contesto più globale e in linea ideale con quanto sancito dall’ art.14 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ovvero il diritto di ogni uomo “di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni” diritto questo ribadito dalla Convenzione di Ginevra, adottata dalla Conferenza dei Plenipotenziari delle Nazioni Unite sullo status dei Rifugiati e degli Apolidi il 28 luglio 1951 ed entrata in vigore il 22 aprile 1954. Diritto sancito anche dal comma 3 dell’art. 10 della Costituzione italiana laddove si afferma che “lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica,secondo le condizioni stabilite dalla legge”. Ricordiamo inoltre che nell’ambito delle attività di sensibilizzazione sui processi di accoglienza e di integrazione, incentrate su uno scambio interculturale e di conoscenza reciproca con migranti, richiedenti asilo e rifugiati, il MIUR,dopo aver promosso per anni l’iniziativa L’Europa inizia a Lampedusa che ha visto nel 2017 impegnati 12.000 studentesse e studenti italiani ed europei in attività laboratoriali ed esperenziali insieme ai sopravvissuti della strage in mare dei migranti del 3 ottobre 2013, ha firmato quest’anno il 23 gennaio 2018 un protocollo d’intesa con la fondazione Cittalia (Fondazionedell’ANCI sulle politiche sociali per l’accoglienza, l’integrazione e la cittadinanza) e il Comitato 3 ottobre allo scopo di “creare occasioni di scambio interculturale e conoscenza reciproca tra studenti italiani e migranti, rifugiati e richiedenti asilo, loro coetanei”, “migliorare il livello di conoscenza sul sistema di accoglienza italiano ed europeo”, promuovere”attività di sensibilizzazione sui processi d’accoglienza e di integrazione” anche attraverso la possibilità per i ragazzi di visitare i centri di accoglienza del sistema Sprar(Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). E’ dentro a questo contesto formativo, educativo e normativo che i docenti del liceo delle scienze umane si sono mossi nel momento in cui hanno deciso di proporre ai propri studenti di partecipare alla mostra-installazione proposta dall’associazione Il mondo nella città. La finalità di tale progetto è quella di rendere gli studenti in grado di acquisire conoscenze,abilità e competenze utili allo sviluppo della loro professionalità. Noi sappiamo che gli allievi del liceo delle scienze umane tendenzialmente si iscrivono nella nostra scuola con l’intenzione più o meno consapevole di far fiorire e dare forma ad una vocazione verso lavori di cura che si concretizza in percorsi di studi (scienze della formazioni – sociologia – psicologia- studi infermieristici) e professioni ( psicologo – insegnante- operatore di servizi sociali ecc….) legati al tema della cura dell’altro; si tratta di professioni che sempre più operano in contesti multiculturali che richiedono una forte consapevolezza interculturale. Consapevolezza che si produce anche attraverso collaborazioni e pratiche con enti pubblici, privati ed associazioni che operano nel campo del sociale come ad esempio Il mondo della città inserita da anni nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR)e che vede coinvolti sul nostro territorio una rete di Comuni con capofila Santorso. Dirigente Scolastico del Liceo “Martini”, Docenti del Liceo Scienze Umane e LES, rappresentanti degli studenti, il Presidente del Consiglio di Istituto, Dirigenti Scolastici degli Istituti aderenti alla Rete Alto Vicentino.

Francesco Crivellaro, dirigente scolastico Iis ‘Martini’

Replica di Alex Cioni
“Non mi rimangio nulla di quanto già dichiarato sulla questione. Il tema immigrazione, dell’accoglienza dei sedicenti profughi, così dell’affare milionario che ruota attorno alla gestione dei migranti, è di stretta attualità politica. Farne quindi un programma didattico senza prevedere almeno un contraddittorio  che possa mettere in luce anche altri punti di vista, rimane a mio sommesso parere una palese forzatura del percorso formativo degli studenti. Non metto in dubbio che i ragazzi siano sufficientemente autonomi per fare le loro valutazioni, però negare che che la questione sia delicata e che in questa particolare fase storica andrebbe affrontata in altre sedi, è con ogni evidenza una scelta dettata dalla collusità ideologica di parte del sistema scolastico con quel mondo cooperativo e associativo acriticamente favorevole all’accoglienza dei migranti. La credibilità poi di tutti quei soggetti che dall’immigrazione guadagnano soldi a palate, è un altro aspetto che meriterebbe delle riflessioni ulteriori. Sarebbe stato come chiedere a Totò Rina di parlare male di Cosa nostra. “.

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