Ancora nulla di fatto per il progetto presentato per l’area ex Lanerossi di Schio, che è stato rispedito per la seconda volta al mittente dall’amministrazione comunale del sindaco Valter Orsi.
Troppo impattante in città e per il territorio circostante, soprattutto per quanto riguarda la viabilità, carenza del progetto sotto l’aspetto urbanistico, edilizio, commerciale, idraulico e ambientale e non compatibile con la bonifica in atto da parte della provincia.
Nulla da fare insomma e come già successo nel 2016 il comune ha detto ‘no’.
C’era forse da aspettarselo, visto che la giunta di Orsi aveva fin da subito ‘dichiarato guerra’, nei limiti delle sue possibilità, alla realizzazione di un progetto che avrebbe trasformato la ex Lanerossi in una zona commerciale enorme, decisamente fuori misura rispetto al territorio nella quale è inserita e che conta già un alto numero di complessi utilizzati per la grande distribuzione.
Immobili e Partecipazioni srl dovrà quindi riprovarci e vedere se al prossimo round andrà meglio.
“Il motivo per cui abbiamo assunto questa decisione è molto tecnico e, sostanzialmente, anche semplice – ha spiegato Sergio Rossi, assessore all’Urbanistica del comune di Schio – Dopo aver esaminato la documentazione presentata, abbiamo richiesto, in modo dettagliato, l’integrazione delle relazioni e delle tavole progettuali, che erano carenti sotto diversi aspetti: da quello urbanistico in genere agli aspetti edilizi e commerciali; da quelli ambientali e idraulici a quelli di compatibilità e sviluppo con la bonifica in atto da parte della provincia; per non parlare dell’impatto sulla viabilità di via Maestri del Lavoro e via dell’Artigianato, la cui analisi si basava su dati vecchi di un decennio e più”.
La proposta prevedeva una prima macro-area di 78.500 metri a destinazione industriale-artigianale ed eventualmente direzionale, una seconda macro-area di 50.300 metri tra superfici di vendita e di servizio, oltre a circa 25.900 mq di superficie a viabilità.
“Quest’area è importantissima per Schio, ma anche per i comuni limitrofi, per le potenzialità urbanistiche ed edilizie, per la sua storia, per l’impatto ambientale, idro-geologico e paesaggistico che qualsiasi intervento su di essa avrebbe – ha sottolineato Sergio Rossi – L’attenzione nostra e dei nostri tecnici è massima nell’esaminare qualsiasi proposta che la proprietà ci presenti. Sta di fatto che abbiamo respinto e ritorniamo questa proposta di piano al mittente perché, pur con una dilazione dei termini, il proponente non ha presentato le integrazioni che abbiamo richiesto ancora lo scorso giugno. Con quanto avevamo agli atti non è stato infatti possibile proseguire con l’istruttoria: mancavano elementi essenziali per valutare la conformità o la non conformità alle norme e agli strumenti urbanistici vigenti della proposta di Pua (piano Urbanistico Attuativo) presentatoci e mai integrato, al fine di consentirci di procedere con l’iter previsto dalla legge”.
A.B.